Samb, le delusioni devono servire a qualcosa: CHIAREZZA prima di tutto


IL TAR RESPINGE IL RICORSO: SAMB FUORI DALLA SERIE C

SAMB FUORI DALLA SERIE C: LE MOTIVAZIONI DEL TAR

Al tappeto, ancora una volta. Ma stavolta per rialzarsi, come lo si è già fatto più volte nel corso della sua storia quasi centenaria, la Samb (e chi le sta vicino, soprattutto) non può permettersi di non imparare dagli errori.

Inutile ripercorrere le tappe che hanno scandito gli ultimi tempi della storia calcistica sambenedettese: il flop Serafino, il fallimento, l’arrivo di Renzi, la mancata iscrizione… tutto in poco più di 12 mesi. Ora, con la società rossoblù che è stata bocciata a più riprese dagli organi federali e di giustizia (sportiva e amministrativa) si sono chiuse le porte della Serie C e, grazie alle NOIF, potrebbe esserci la possibilità di ripartire dai Dilettanti con una nuova compagine societaria.

Occasione che deve essere colta per tracciare una linea netta col passato, soprattutto quello recente, e ripartire da concetti fondamentali: progettualità e chiarezza. Quest’ultima, soprattutto, ha fatto difetto in questi ultimi mesi. Colpa di tutti: dalle società che si sono succedute a chi le ha supportate/consigliate, passando per la cosa pubblica (vedasi caso stadio, questione più che mai attuale ed aperta come dimostrano le ultime sedute del consiglio comunale) e per la stampa.

Il knock out arrivato in queste settimane, con la società di Roberto Renzi impegnata più nelle aule dei tribunali (tra l’altro senza esito) che in campo (con la squadra che ha anche abbandonato da giorni il ritiro e che potrebbe presto essere smantellata) può rappresentare un nuovo inizio per la Samb. Per farlo, però, non può mancare la trasparenza che, per esempio, sembra non essere stata palesata (per ora) dal gruppo legato al misterioso fondo inglese che ha costituito la F.C. Sambenedettese.

In questo momento è fondamentale l’operato del sindaco Pasqualino Piunti. Per far ripartire il calcio a San Benedetto del Tronto, qualsiasi sia la categoria, non si può trascendere da due aspetti: progettualità e chiarezza. Lo si deve ad una tifoseria e ad una città che hanno pagato ancora una volta a caro prezzo queste mancanze. Le recenti ferite bruciano ancora troppo per non imporre questa presa di posizione.

Daniele Bollettini


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