Cellini: «Nei dilettanti impossibile ripartire, dalla A arriva l’1% dei diritti televisivi»


Il Presidente del Comitato Regionale Marche Paolo Cellini si mostra scettico sulla ripresa dei campionati tra i dilettanti: «La mia è una valutazione di buonsenso; – esordisce Cellini intervenuto a Vera TV – a livello dei dilettanti ci sono dei problemi che non consentirebbero di giocare se non osservando quel capitolato di natura sanitaria che risulta problematico anche in ambito professionistico. In Serie A non tutte hanno la possibilità, la B ha problemi più evidenti, mentre la Lega di Serie C, ha consultato le società che nella stragrande maggioranza hanno deciso di non riprendere.

Queste garanzie sanitarie diventano pressoché impossibili a livello dilettantistico. Se parliamo della Serie D, è un campionato che interessa tutta l’Italia ma la situazione non è uguale in tutte le regioni: la Lombardia, la regione più colpita, è quella che dovrebbe essere l’ultima a ripartire, ma se parliamo solo di calcio regionale, ha ben tre gironi di Eccellenza e sei di Promozione».

Cellini, poi, dice la sua sulla possibilità sul promozioni e retrocessioni: «Cristallizzare le classifiche? Le norme in essere non potevano prevedere quello che è accaduto e non ce sono di specifiche. C’è una una norma più generale che prevede che in ogni categoria la prima classificata possa chiedere l’iscrizione al campionato superiore mentre l’ultima deve retrocedere. Questa norma è presente nelle Noif ma non so se sia applicabile a questa situazione eccezionale ma da questa si potrebbe ragionare».

Il presidente del Comitato Marche chiude con un auspicio: «Ad oggi la cosa importante è che la Serie A concluda la sua attività perché da essa arrivano ai dilettanti l’1% dei diritti televisivi che ammontano a circa 13 milioni di euro che rappresenta una bella cifra».


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