I ricordi di Simonato: «Bergamasco, il ritiro in coppia ad Amatrice e…»


Continuano i ricordi di Maurizio Simonato, che sulla sua pagina Facebook nelle ultime settimane sta tenendo incollati i tifosi della Samb (di qualsiasi età) raccontando com’era no la Samb e la San Benedetto del Tronto dei “suoi” anni. Di seguito riportiamo l’ultimo suo racconto (SOTTO IL POST TROVATE IL TESTO).

L’inizio del campionato ‘73/’74, poi vinto, non fu dei migliori. Con lo 0-0 di Montevarchi già qualcuno si lamentava, ma Mister Bergamasco non soprassedeva alle critiche. Una volta, durante un allenamento al Ballarin, si voltò verso la tribuna che borbottava e si rivolse ai tifosi: “Ndè al cinema se no ve piase!”. Quando dopo una partita gli dissero che agli avversari appena battuti mancavano tre titolari, lui rispose prontamente: “Perché hanno giocato in otto? No. E allora? Non mancava nessuno!!!”. A fine anno posando in una foto con le braccia aperte aveva dichiarato: “A inizio stagione mi volevano mettere in croce…!!!”. Quell’anno il mister si inventò il ritiro di una settimana ad AMATRICE a coppie di giocatori. Dopo Pilone e Ripa fu il turno mio e (ovviamente) di Catto. Trovammo una settimana di neve ed un freddo incredibile, e non ci allenammo mai… 30 cm di neve erano troppi!!! Fu così che il nostro segretario Giancarlo Tacconi, al momento di pagare il conto, trovò una sorpresa. Gli extra, ovvero vino ed acqua erano un po’ diversi: Ripa e Pilone 3.500 lire, Catto e Simonato (i veneti) 27.000 lire… risate tante… e quasi quasi ci chiese un rimborso! Per la cronaca, la domenica successiva sia io che Catto giocammo a Livorno e finì 0-0. Com’era buona l’amatriciana dell’Hotel Roma, fatta dagli speciali proprietari a cui va il mio caro pensiero, e che proprio ieri hanno riavviato l’attività dopo il terremoto. Pensare a com’è ridotto ora quel bellissimo paese mi piange il cuore. A volte mi sono ritrovato a gioire più per un assist che per un gol fatto. Vivevo per l’assist, lo cercavo con testardaggine e con piacere. Non battevo mai le punizioni dal limite, ma non appena fischiava l’arbitro, andavo sempre a prendere la palla e poi decidevo cosa fare. A volte non chiedevo nemmeno la distanza e calciavo subito per sorprendere l’avversario. Ma il 16 marzo 1975 a Foggia nel momento di battere la punizione, m’inventai di alzare leggermente il pallone da terra per il tiro al volo di Chimenti …e fu gol! Quel modo di battere non si era mai visto, anzi qualcuno dei giornalisti parlò di casualità. Dopo una sola settimana, il 23 marzo 1975, incontrammo al Ballarin il Brindisi. Punizione a due per la Samb dentro l’area di rigore. Mi avvicinai a Chimenti e gli dissi “Ci sono sette giocatori in barriera a 7-8 metri non di più, tre ci verranno incontro, il terreno è un pantano… Francè io te la alzo” e lui “Va bè Simo”. Gliela alzai di nuovo e lui scaricò il suo micidiale destro, insaccando il pallone all’incrocio dei pali! Andai a braccia alte verso la Curva Nord, da solo, come se avessi segnato io, poi passai sotto la tribuna centrale e verso i giornalisti feci il gesto “scrivete scrivete”… no non poteva essere anche quella una casualità!!! In quegli anni il “mitico” Impero Perazzoli, proprietario dei pullman e sempre in trasferta con noi come autista, ne acquistò uno che colpiva per la sua maestosità: “IL METEOR”. Quando arrivavamo noi avevamo addosso gli occhi di tutti. In fondo al pullman c’era la televisione ed un salottino in cui si disputavano grandi partite di “Ciapanò” tra calciatori e quando ci accompagnavano i nostri dirigenti, anche grandi partite di Bestia con grande pubblico (noi). I nostri dirigenti in trasferta non perdevano l’occasione per andare al casinò: se eravamo nel Veneto il sabato sera a Venezia, in Lombardia Campione e in Liguria San Remo. Ma non ci seguivano solo i dirigenti. Nella trasferta di Ferrara contro la Spal, tra gli altri, c’era anche Marino Serenelli. Arrivati allo stadio, il buon Marino, prese un borsone da calciatore e cercò di entrare insieme alla squadra. Era davanti a me, ma quando arrivò al cancelletto, la persona che era alla porta lo fermò, lo osservò bene e gli disse “Lei non è un giocatore!”. Marino rispose col suo caratteristico accento: “Come non so’ un giocatore!?” ed iniziarono a discutere, finché tra grasse risate e scuse nostre, alla fine entrò con noi! Comunque con la Samb c’era sempre un seguito di dirigenti e tifosi che ci hanno accompagnato in un crescendo continuo, fino al finale entusiasmante con la vittoria del campionato e le successive stagioni brillanti in Serie B. La quarantena è finita e anch’io penso di chiudere con questo racconto la mia serie. Grazie alle vostre sollecitazioni potrei farne una raccolta scritta… vedremo! Certo una cosa è sicura, parlare della Samb e del Ballarin è stato troppo bello! Un caro saluto a tutti!


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