Tutto Arcipreti: “Mai pensato alle dimissioni”

Il diesse parla a trecentosessanta gradi: dalla rottura del silenzio stampa alle contestazioni del pubblico rossoblù, dai flop del mercato invernale alle quattro vittorie consecutive ottenute nelle ultime settimane…

Questi giorni in cui lei è tornato a parlare, direttore, sono stati fatti anche di accese discussioni.

Il termine del silenzio stampa è stata la giusta occasione – parlando a nome della società – per riprendere un filo che si era interrotto e per spiegare diverse situazioni. In qualche giorno ho cercato di fare un'analisi dell'intero percorso che riguarda la stagione attuale. Penso sia stato qualcosa di giusto e doveroso.

Negli ultimi mesi, con il pubblico rossoblù in contestazione, lei è finito nell'occhio del ciclone.

La cosa non mi fa specie, penso sia normale che la gente se la prende con chi è “operativo” e dunque con me che ho costruito questa squadra. So che le critiche, anche pesanti, fanno parte del gioco; penso, però, che ci sia stata una demolizione generale eccessiva.

Menicozzo, Alessandro, Marani: tre arrivi che hanno deluso. C'è un acquisto dei tre che lei rifarebbe?

Non vorrei intraprendere questo discorso ipotetico, ma rispondere punto per punto, giocatore per giocatore.

Quando parliamo di Alessandro, parliamo di un giocatore dal valore tecnico indiscutibile, che recentemente è stato tra i migliori del Cosenza, squadra che milita in Lega Pro. Dopo Fano, purtroppo, c'è stata un'involuzione che lo ha portato ad essere tutt'altro giocatore, si è perso. Penso stia subendo troppo l'impatto con una piazza ambiziosa come San Benedetto: deve solo trovare la forza per reagire a questo momento.

Marani è arrivato a San Benedetto per essere il dodicesimo, dopo che Cafagna aveva avuto un disguido con il mister. Nelle due tre partite in cui è stato titolare anche lui ha avuto un impatto complicato, ma il nostro portiere titolare è sempre stato Fulop.

In quanto a Menicozzo si tratta di un giocatore che il mister conosceva e voleva portare qui: io sono stato d'accordo. Obiettivamente ha giocato molto poco, ma è vero che da lui ci si aspettava qualcosa di più.

La dirigenza ha sempre difeso la sua posizione, ma c'è stato un momento in cui lei ha pensato alle dimissioni?

No, perché non ce n'erano ai presupposti. Non nascondo che c'è stata una fortissima delusione dopo la sconfitta di Fano ed i pareggi di Civitanova e Termoli, ma io ho sempre fatto una doppia considerazione. Da un lato, bisogna riconoscere il cammino straordinario che sta facendo la Maceratese, dall'altro vorrei far notare che in tantissimi mi hanno detto che “la Sambenedettese è per organico la squadra più forte del girone”. Io sono stato sempre convinto di questo, e perciò non ho pensato alle dimissioni, sperando invece in uno sblocco dei ragazzi sotto il profilo emotivo per puntare, almeno, al raggiungimento del secondo posto.

In effetti un cambio di marcia nelle ultime settimane c'è stato. Le quattro vittorie consecutive, però, non hanno denotato una crescita tangibile sotto il profilo del gioco.

È vero: anche se è maturata questa serie di risultati positivi, sostanzialmente non siamo migliorati molto se andiamo ad analizzare il gioco espresso dalla squadra. Sicuramente, però, c'è stata una crescita a livello caratteriale del gruppo: domenica a Fermo, per esempio, ho notato una bella reazione dopo il pareggio dei nostri avversari. Questo lo ritengo molto importante. Continuando a vincere, magari, miglioreremo anche il nostro gioco in vista dei play-off.

 

Daniele Bollettini

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