Termoli-Samb 1-2, IL COMMENTO: Alessandrini, buona la prima

Ha esordito con una fondamentale vittoria per riprendere la marcia clamorosamente rallentata una settimana fa al Riviera contro il Monterotondo (sconfitto a domicilio dal Roma City con lo stesso punteggio, 1-2, con cui quindici giorni fa si era arreso anche alla Vigor Senigallia) mister Marco Alessandrini, emulando il tanto rievocato Guido Mazzetti che, chiamato a prendere in mano le redini della Samb praticamente alla stessa età (prossima ai 70), il 3 marzo 1985 fece subito bottino pieno contro il Monza (1-0) in quella festa popolare, che andò in scena sul neutro di Jesi.

Seguita dai suoi immancabili fans, a cui non sono stati concessi oltre circa 200 e non certo economici biglietti, ma che anche al Cannarsa hanno fatto sentire Sirri e compagni in casa, c’era molta curiosità per le prime mosse del tecnico senigalliese di adozione. E non sono certo state banali, rivoluzionando con la concomitante assenza del metronomo Arrigoni, l’assetto di centrocampo. Virando dal 4-3-3, stabilmente scelto dal suo predecessore Lauro nel girone di ritorno, al 4-3-1-2 ha fatto esordire Mbaye, il ventenne proveniente dal Morro d’oro e dal campionato di Promozione, dietro le punte, avanzando Fabbrini sulla linea d’attacco e retrocedendo Senigagliesi a mezzala destra in una linea mediana completata da due calciatori (Bontà al centro e Paolini mezzala sinistra), che devono rifare il giusto rodaggio dopo essere stati a lungo fermi ai box.

C’è stata sì una svolta nell’atteggiamento, costantemente propositivo, assunto dai rossoblù, ma il vero cambio di passo si è materializzato quando dopo un difficile quarto d’ora iniziale della ripresa, in cui si è andati anche sotto, l’ingresso di Martiniello e l’arretramento di Fabbrini nella per lui più congeniale funzione di trequartista hanno sparigliato le carte ai giallorossi, ribaltando di fatto il match. Come canta Vasco nella sua “Sono innocente ma” – “Vediamo come te la giochi, se vivi tra due fuochi, se cadi come un pollo o resti in piedi come Rocky” – la Samb se l’è dovuta giocare alla morte a quel punto stretta tra due fuochi molisani (Termoli e la capolista Campobasso al quinto successo consecutivo), rischiando di andare definitivamente al tappeto e invece, messa alle corde, riuscendo a restare in piedi e a potersi tuttora giocare le sue carte.

Dal sofferto battesimo odierno di mister Alessandrini ci prendiamo con speranza ed un pizzico di ottimismo lo spirito offensivo con cui è stata interpretata la gara e la veemente reazione innescata quando l’assetto in campo è apparso più corretto, mentre sarà assolutamente necessario recuperare il miglior Tomassini, che, mentre Cristo si è fermato ad Eboli, dal canto suo è rimasto invece a Tivoli e a quella rete clamorosamente ciccata nel finale, da cui non sembra essersi più ripreso.

Si conferma comunque la formazione di Alessandrini in vetta nel rendimento in trasferta (24 punti, è arrivata la sesta vittoria, che uguaglia il numero di pareggi, rimanendo come unica sconfitta quella peraltro immeritata di Campobasso), seguita in questa speciale graduatoria dagli stessi lupi e dalla Vigor Senigallia, e resta comunque alle calcagna della formazione di Pergolizzi sia nella classifica parziale del girone di ritorno (1 punto in meno) che in quella generale, dove i punti di distacco restano 4. Qualcosa si spera di rosicchiare domenica prossima quando al Riviera arriverà il Notaresco mentre il Campobasso sarà di scena al Mancini di Fano contro la formazione dell’ex Samb Manoni, affamata di punti salvezza, ma quel che conta di più oggi è che siamo ancora vivi.

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