Samb, Renzi e i due milioni di euro spesi per la Serie D


Nell’estate da record negativi che ha vissuto la Samb gli ultimi avvenimenti – almeno per ciò che ha riguarda l’iscrizione in Serie D – sono stati il pagamento della tassa di iscrizione e degli ultimi stipendi ai giocatori della scorsa stagione da parte della A.S. Sambenedettese.

Spese che assieme pesano per quasi 200.000 euro e che vanno a sommarsi ad altri esborsi da parte di Roberto Renzi, che a partire dall’asta fallimentare ha sborsato qualcosa come 2.000.000 di euro, ritrovandosi alla fine in una categoria inferiore rispetto a quella in cui aveva rilevato la società.

La prima spesa che ha sostenuto Renzi è stata quella per rilevare la società nell’asta fallimentare: 540.000 euro. Poi 800.000 euro per gli stipendi da corrispondere ai giocatori della passata stagione, spesa che poi è stata integrata in questi ultimi giorni con altri 140.000 euro. Senza dimenticare gli ormai famosi 330.000 euro di contributi previdenziali per il periodo settembre 2020-febbraio 2021, il cui pagamento con una modalità (compensazioni fiscali) non accettata dalla Federazione ha portato all’esclusione dalla Serie C. Infine il contributo a fondo perduto di 350.000 euro per la richiesta di iscrizione in Serie D e la tassa di iscrizione di 50.000 euro alla Lega Nazionale Dilettanti.

Un ammontare superiore ai 2 milioni di euro, per ritrovarsi tra i dilettanti dopo l’esclusione dalla Lega Pro. Sono questi alcuni degli aspetti su cui la tifoseria della Samb si aspetta che Renzi faccia chiarezza nei prossimi giorni. Anche dopo aver risolto la questione iscrizione in Serie D.


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