Novantotto anni di gioie e dolori, tanti auguri Samb: folle amore dal 1923

Novantotto anni di Samb. Era il 4 aprile del 1923 quando all’Hotel Eden si incontrarono Camillo Valentini, Antonio Candiani, Checco e Federico Sciocchetti e Giovanni Piunti. I quattro, principali esponenti e dirigenti del calcio locale e delle società Fortitudo, Serenissima, Forza e coraggio decisero di riunirsi sotto l’egida di una sola società.


Nasce così l’Unione Sportiva Sambenedettese. Il nuovo sodalizio sportivo non disputa match agonistici fino al 1926, data in cui viene inaugurato il primo impianto sportivo: “La Trappoletta” o Campo Sportivo Unione, situato in piazza San Giovanni Battista. Dal bianco e verde, i primi colori sociali riportati in auge con la terza maglia delle ultime stagioni, si passo al rosso e blu, già presenti nel gonfalone della città. Nel 1931 si inaugura il “Littorio“, l’attuale “F.lli Ballarìn“. Una curiosità si ritrova a cavallo tra gli anni ’40 e ’50. Pio Trasmondi, centrocampista e ala del Prato dirà: «La Samb è vigorosa, compatta ma non fa gran gioco, non dà spettacolo». Niente, il tiqui taqa non è nel dna sambenedettese ma mai sono mancate grinta e voglia di far emergere quello che fino agli anni ’70 era poco più di un borgo marinaro.

Poi le attività belliche e la caduta del fascismo portarono un profondo mutamento nella città che voleva ripartire puntando sulle sue forze e sui suoi punti di forza: il porto e il calcio. L’epoca della San Benedetto turistica non era lontana. Negli anni ’50, così come l’Italia tornava alla vita, San Benedetto conobbe le prime gioie, specie a livello sportivo. Alla guida del club c’era Domenico Roncarolo. Proprio dall’imprenditore arrivò la proposta di allargare la gestione: venne introdotto, per la prima volta, una sorta di azionariato popolare che coinvolgeva, in misura diversa, numerosi industriali e commercianti locali. Questa piccola realtà sportiva entra sempre più nei cuori e nelle case dei sambenedettesi che poi passeranno questa “malattia” di padre in figlio. La prima tappa in Serie B arriverà nella stagione 1955/1956 quando i rossoblù vincono il campionato di terza serie mantenendo l’imbattibilità del Ballarìn e facendo segnare l’attacco più forte della categoria con 61 reti all’attivo.

Tra la Serie B (21 anni) e le molteplici sfaccettature della Serie C (Prima Divisione, Gironi A e B, Serie C1 e Serie C2…) la Samb passa quasi 70 anni.

Marino Bergamasco in panchina. Chimenti, Ripa, Castronaro, Valà, Basilico… Sono solo alcuni dei nomi che, nelle domeniche del Ballarìn, riecheggiavano in zona porto sovrastati dalle grida del popolo rossoblù. Borgonovo, Zenga, Cagni, Manfrin e il mitico Nedo Sonetti. Troppi per non far torto a qualcuno. Nell’immaginario restano le gesta dei campioni e due tragedie: la morte del portiere dell’Ascoli Roberto Strulli a seguito dello sfortunato contrasto con Alfiero Caposciutti e l’incendio in Curva Sud, in cui morirono Maria Teresa Napoleoni e Carla Bisirri.


Dal 1985 il nuovo teatro è il Riviera delle Palme, che ha conosciuto fallimenti ed incredibili rinascite. E chissà che, nel drammatico contesto attuale, la concomitanza con la Pasqua non possa essere proprio un segnale di (ennesima) rinascita per la cara vecchia Samb, giunta a due passi dal centenario.

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