L’Aquila-Samb 1-0, IL COMMENTO: Rimpianti che vengono da lontano

In un’emozionante domenica di sport, quello sport che esce anche dal rettangolo di gioco per alzarsi sul piano sociale come hanno dimostrato dirigenze e tifoserie di L’Aquila e Samb nel prepartita (commemorando in maniera davvero toccante le vittime del sisma del 6 aprile 2009), le ultime speranze di vittoria del campionato sono state spazzate via. All’ombra del Gran Sasso, la Samb si è sfaldata nel match che doveva rilanciarla in vista del prossimo scontro diretto, quello casalingo col Campobasso (per cui già sono stati venduti più di 2.000 biglietti tra locali ed ospiti) e che invece ha messo la parola fine sul discorso primo posto.

Campionato finito, dunque, almeno per ciò che riguarda la lotta al vertice per la squadra di Maurizio Lauro, cui il viscerale presidente Vittorio Massi non ha lesinato critiche a fine partita per una gestione della rosa che nel girone di ritorno ha lasciato diverse perplessità (sicuramente anche per questo si era arrivati all’esonero di un mese fa). Scossoni e controscossoni di questa primavera non hanno prodotto l’effetto sperato, con una squadra che ormai da tempo sembra aver smarrito le proprie certezze tecniche e caratteriali, a prescindere da chi sieda in panchina.

Ecco perché i rimpianti rossoblù non affondano le radici in questi deludentissimi novanta minuti, ma affondano nei mesi scorsi: da una gestione del calciomercato invernale fatta in maniera forse tardiva e non ottimale a quella dell’allenatore (anche qui, la scelta dell’esonero di Lauro è stata fatta forse nel momento sbagliato). Situazioni che devono fungere da bagaglio d’esperienza per l’immediato futuro, perché la cosa più importante è che San Benedetto – come ha dimostrato nella settimana delle celebrazioni del centenario – ora possa guardare a testa alta al futuro, con una società che è tornata ad essere un punto di riferimento sportivo e sociale.

Daniele Bollettini

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