La Samb del terzo millennio, capitolo 10 | Vigor Senigallia-Samb 2-3


La Samb del terzo millennio, capitolo 10 | Vigor Senigallia-Samb 2-3

di Alessio Perotti


Durarono lo spazio di pochi giorni i festeggiamenti per la straordinaria promozione conquistata da Pazzi e compagni, a cui i supporters tributarono un’autentica ovazione sia al loro ritorno da Recanati che nella sfida casalinga per la poule scudetto persa 2-0 contro il Tuttocuoio. Subito si capì che non sarebbe stato semplice dare seguito a quell’impresa con l’iscrizione in Lega Pro Seconda Divisione, visto che sia Pignotti che Bartolomei, reduci da un’annata chiusa sì in maniera esaltante ma nel complesso davvero stressante, avevano fatto intendere a chiare lettere di non poter continuare a reggere il timone societario, per giunta in una categoria ancor più impegnativa. Si intavolarono così trattative a destra e a manca con incontri a ritmo quotidiano con personaggi anche non troppo trasparenti, finché non si arrivò alla diramazione delle squadre iscritte al campionato e tra queste con grande sorpresa figurava la Samb. E sì perché una fidejussione era stata presentata per conto della società di Viale dello Sport da uno degli imprenditori interessati ad acquisire il sodalizio, un certo Santarelli, dalle referenze non proprio affidabili. Sta di fatto che la società rossoblù non riconobbe come propria quella garanzia, che fu dunque ritirata, e così la Samb passò dalla parte delle squadre sospese, che anche in caso di una successiva ottemperanza sarebbero comunque partite con una penalizzazione. A quel punto il tempo cominciò a diventare tiranno: il bilancio societario era tutt’altro che trasparente e chi si avvicinava si defilava immediatamente come morso dalla tarantola. Scese nuovamente in campo anche il sindaco Gaspari, che aveva trovato un possibile acquirente in un assicuratore romano, Milone, molto vicino al presidente laziale Lotito, e anche la neonata associazione di tifosi Noi Samb cercò di dare una mano per chiudere finalmente il cerchio. Invece nisba, al dunque non si giunse e per ironia della sorte la fidejussione firmata da Milone arrivò in Lega il giorno dopo la chiusura delle liste di iscrizione.


Fu tutto davvero paradossale e al limite del romanzesco, fatto sta che stavolta addirittura all’indomani di una entusiasmante promozione la Samb si ritrovava nuovamente sbattuta fuori dal calcio professionistico. E la botta, che fece piombare l’ambiente dalla massima euforia al più desolante sconforto, fu davvero tremenda, facendo davvero presagire come non mai alla definitiva scomparsa della nostra gloriosa compagine. Ma qui entrarono in gioco quelli che, come recitava lo striscione esposto nella prima giornata del campionato successivo a Senigallia, non falliranno mai: gli ineguagliabili tifosi della Samb. Proprio quando neanche un toro si sarebbe risollevato da quella mazzata, eccoli sfilare in più di mille nel corso di una serata estiva e di fronte agli attoniti turisti per le vie cittadine. Era il corteo di chi non ha mai abbassato la testa e con orgoglio vuole continuare a tenerla alta in nome di una passione, che non avrà mai fine, ed è proprio a chi marciò quella sera che dobbiamo dire grazie se ancora siamo qui a parlare di Samb e per di più in un campionato professionistico, cullando tuttora sogni che quella sera in pochi avrebbero immaginato di poter vivere da lì a pochi anni. E sì, fu proprio perché si seppe che la Samb non sarebbe stata mai abbandonata e che avrebbe comunque ricevuto un appassionato seguito, che dopo pochi giorni fece capolino l’ex presidente perugino Gianni Moneti, originario di Viterbo, che aveva contribuito alla rinascita degli umbri e con lui l’inseparabile direttore sportivo, dei tempi di Perugia, Alvaro Arcipreti. Dello staff dirigenziale fece parte anche l’ex calciatore rossoblù Massimiliano Fanesi, che si diede un gran daffare per far ripartire la Samb almeno dall’Eccellenza e così fu (in D al posto dei rossoblù fu incredibilmente ripescata proprio quella Recanatese retrocessa con il famoso rigore di Pazzi in pieno recupero). E in un paio di giorni, con un ritmo simile a quello seguito da D’Ippolito nel 2004 per forgiare la compagine affidata a Ballardini, Arcipreti allestì una rosa, che con l’Eccellenza non c’entrava davvero niente e che fu affidata all’ex portiere Andrea Mosconi, quest’anno nuovamente vincitore dell’Eccellenza Marche alla guida del Tolentino. Arrivarono in riva all’Adriatico calciatori di B e C, su tutti il centravanti Tozzi Borsoi e il centrale Borghetti, ma assieme a loro ecco il confermato Davide Traini, l’ex Fano Amaranti, l’ex Santarcangelo Baldinini, l’ex Perugia Padovani e l’ex Aquila Piccioni. In cabina di regia giunse un centrocampista appena visto all’opera al Riviera con il Tuttocuoio e che aveva impressionato in quella circostanza: Yuri De Rosa, purtroppo tristemente scomparso a soli 35 anni nel 2017 a seguito di un male incurabile. Altri validi giocatori completavano la rosa come Seye Mame, Viti, Tartabini, Zebi e Galli, formando un gruppo senza confronti, che vinse a mani basse quel campionato, garantendo così alla Samb l’en-plein di tre primati nei tre tornei di Eccellenza disputati. L’incipit, di fronte ai soliti immancabili fans nostrani, fu a Senigallia l’8 Settembre 2013 contro la giovane Vigor di Giovanni Trillini. Questa la prima Samb di Mosconi in quel campionato asfaltato dai rossoblù: Zuccheri tra i pali, la linea difensiva con Tartabini-Viti-Borghetti-Gorini, in mezzo Baldinini-De Rosa-Fedeli con Varriale alle spalle del tandem offensivo Tozzi Borsoi-Padovani. E furono proprio loro due a sbaragliare la resistenza dei rossoblù di casa. Dopo appena un quarto d’ora una fuga di Padovani sulla destra fu ben sigillata da una stoccata rasoterra di Tozzi Borsoi, che dopo il momentaneo pari di Pesaresi, favorito da una deviazione, nella ripresa su corner di De Rosa riportò i suoi in vantaggio. Poi salì in cattedra Padovani, che dopo un palo depositò la sfera in fondo al sacco, intervenendo rapacemente su un cross di Gorini. Nel finale ci fu spazio per un penalty realizzato ancora da Pesaresi, ma nel complesso pur in ritardo di preparazione si vide in embrione quell’armata, che già al termine del girone d’andata avrebbe di fatto vinto il campionato. La promozione matematica, dopo aver perso una sola gara (2-1), contro la seconda, quel Castelfidardo neopromosso che, sconfiggendo il Rieti di Fedeli (poi ripescato) ai playoff, accompagnò la Samb in D, giunse proprio a Grottammare (1-0 con rete di Baldinini) a quattro giornate dalla conclusione (l’eclatante bottino finale fu di 89 punti, 14 più della seconda). In molti pensavano che quella corazzata, opportunamente ritoccata, avrebbe maramaldeggiato anche in D, invece nonostante i ritorni di Napolano e Carteri la Samb, retta dal duo Moneti-Bucci, non andò oltre il terzo posto in un campionato stravinto dalla Maceratese del recente mister rossoblù Beppe Magi, perdendo infine il playoff casalingo contro il San Nicolò (0-2). Resterà però indelebile quella stagione 2013/14, in cui spesso la Samb indossò quasi in segno di lutto per quanto capitato nell’estate precedente un’insolita maglia nera e che segnò però l’ennesima miracolosa rinascita del calcio sambenedettese.


Fonte foto: Youtube

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