Comune, fallimento… e Serafino come Gesù. Intervista a Niko Sarris


SAMB, GIOVEDÌ L’UDIENZA CHE PUÒ PORTARE AL FALLIMENTO

È il creditore più grande della Samb, ma non ha presentato istanza di fallimento e uno dei suoi soci, Niko Sarris, in un recente post Facebook ha usato una metafora equiparando Domenico Serafino nientemeno che a Gesù. Parliamo della Powergrass s.r.l., azienda di Milano che si è occupata di effettuare i lavori di rifacimento del terreno di gioco del Riviera delle Palme nella scorsa estate e che ora, è pronta a battere cassa nei confronti del Comune di San Benedetto del Tronto, che da poche settimane ha ripreso pieno possesso dell’impianto per il mancato rinnovo della convenzione con la Samb.

Due sono le figure principali della società: Daniele Nasini, esperto nella gestione di campi sportivi (suo figlio Nicholas, attaccante classe ’99, nello scorso settembre si è trasferito al Bangor City), e Niko Sarris, che si occupa della parte amministrativa. Proprio a Sarris ci siamo rivolti per porre alcune domande, partendo dalla più ovvia.

Lo stato attuale del Riviera delle Palme (foto scattata in occasione di Samb-Triestina)

Quanti soldi, ad oggi, sono stati pagati dalla Samb per tutti i lavori (realizzazione del campo, panchine, zolle…) svolti a partire dalla scorsa estate? «È stato pagato il 30% del totale, che è di circa 550.000 euro più iva – dice Sarris –. Il primo pagamento è avvenuto tra agosto e settembre, mentre il resto sarebbe dovuto arrivare attraverso rate mensili». Ma Serafino, in sede di stesura del contratto (QUI lo schema di contratto sul sito Powergrass), che garanzie aveva presentato alla Powergrass? «Aveva presentato titoli e garanzie personali. Una fidejussione non l’abbiamo richiesta perché all’inizio sembrava che tutto filasse liscio» dice Sarris.

I mesi, però, hanno iniziato a trascorrere senza che la Powergrass incamerasse qualcosa oltre ai circa 150.000 iniziali.

La fase iniziale dei lavori al terreno dello stadio Riviera delle Palme

«Per la scadenza della prima rata sembrava che ci fosse un problema fisico, anche per procedure dovute all’emergenza Covid, e che la situazione si sarebbe sbloccata a dicembre. Non ricevendo nulla, però, abbiamo iniziato a chiedere chiarimenti a Serafino, incontrandolo anche di persona. Serafino, però, rispondeva sempre alle nostre chiamate. Fino a febbraio-marzo eravamo abbastanza fiduciosi che i problemi si sarebbero risolti, ma ci siamo iniziati a preoccupare quando è venuto fuori che il Comune non si era garantito stipulando la nuova convenzione con la Samb. L’ente pubblico si sarebbe dovuto tutelare perché per queste opere il garante alla fine è sempre il Comune. Per farsi carico di questi lavori la Samb avrebbe dovuto sottoscrivere una nuova convenzione, che invece a quanto so non è mai stata firmata. Tra l’altro, nei mesi scorsi ci eravamo anche attivati per accedere al Credito Sportivo in modo da ammortizzare l’investimento ma poi l’amministrazione non ha fornito alcuni documenti e si è bloccato tutto».

Domenico Serafino e il sindaco Pasqualino Piunti lo scorso dicembre allo stadio Riviera delle Palme

In effetti c’è molto da chiarire nei rapporti tra società sportiva ed ente pubblico e proprio per questo si insedierà una commissione d’indagine in consiglio comunale. E proprio al Comune di San Benedetto del Tronto, che in questi giorni ha ripreso possesso dell’impianto, la Powergrass ora è pronta a rivolgersi per chiedere il pagamento di tutto quanto finora non è stato liquidato.

 

«Proveremo ad aprire una trattativa amichevole, altrimenti penso si andrà ad un contenzioso – dice al riguardo Sarris, che però alla domanda sul “quantum” economico che verrà richiesto è più vago –. Valuteremo con gli avvocati, sicuramente richiederemo il 70% mancante ma valuteremo anche i possibili interessi». Dunque, ora l’azienda milanese è pronta a battere cassa e a tutelarsi con ogni mezzo. Perché, dunque, in queste settimane non ha presentato istanza di fallimento nei confronti della Samb come hanno fatto invece diversi creditori molto “più piccoli” del club di Serafino?

«Non vedo quale sarebbe il nostro interesse nel dare il colpo di grazia ad una società che non ci sta pagando; potrebbe essere soltanto un “capriccio” per cercare di ottenere qualcosa attraverso il patrimonio, ma il patrimonio di una società di Lega Pro penso sia ben poco in questo momento – le parole di Sarris –. Chi presenta istanza è soltanto il primo che “spara” il colpo mortale su una società ma poi i diritti dei creditori vengono garantiti anche se questi non hanno presentato istanza di fallimento».

La metafora utilizzata da Niko Sarris in un post Facebook per parlare di Domenico Serafino

Prima di chiudere la telefonata, però, abbiamo voluto rivolgere un’ultima domanda a Sarris, che in un recente post su Facebook (prima dell’udienza del 14 aprile) aveva scritto “Al Tribunale di Ascoli è in gioco la vita di un uomo, un artista che più lo conosco più mi ricorda la storia di Gesù”.

 

«Sarris, l’uomo di cui ha parlato è presidente di una società che da mesi non paga stipendi a calciatori e dipendenti che – in alcuni casi – sono stati anche sfrattati dai loro alloggi. Non si vergogna un po’ di aver paragonato un po’ questa figura a Gesù Cristo?» «No, non mi vergogno, la mia è stata una iperbole. Tutte le persone che ho conosciuto mi hanno parlato bene di Serafino». Sarà ma noi ne conosciamo “alcune” che la pensano un po’ diversamente…


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