Non solo «Arma Letale», ecco tutte le insidie che presenta il Pordenone

Dall’ex rossoblù Pietribiasi al già ascolano Berrettoni, sono tanti i giocatori da tenere d’occhio nella rosa dei ramarri, guidati da un tecnico sagace come Bruno Tedino. Ecco la nostra analisi…

IL TECNICO Bruno Tedino di esperienza sui campi di calcio ne ha tanta maturata prima come tecnico nelle selezioni giovanili di Jesolo e Treviso, poi Sandonà, SudTirol, Pistoiese, Sangiovannese e le selezioni U16 e U17 della nazionale italiana. Non uno sbarbatello quindi, che a Pordenone ha trovato terreno fertile per coltivare le sue idee di “calcio totale” dove sono fondamentali i tempi e l’interpretazione del gioco. Non a caso, in un girone così imprevedibile, l’unica costante è il bel gioco dei ramarri affidato, in ogni caso, a piedi molto esperti e dotati di pelo sullo stomaco avvezzi a queste categorie. Molto ha inciso, nella carriera di Tedino, la guida delle nazionali giovanili dove è fondamentale riuscire ad “insegnare” la propria idea di calcio in un tempo ristretto, in aggiunta ha la possibilità di valutare giornalmente i progressi dei suoi. Un tecnico con un trascorso importante e molta meticolosità, anche nella preparazione degli allenamenti.

IL MODULO – Cambia veramente poco Tedino che, fino ad ora, si è affidato alla variante completa del 4-3-3. Il tecnico schiera abitualmente il suo Pordenone o con due giocatori sulla trequarti, con il solo Arma finalizzatore (4-3-2-1) o con Arma e Berrettoni in avanti ed un trequartista rapido per gli inserimenti e che si abbassi spesso a giocare con Burrai (4-3-1-2).

IL GIOCO – La linea difensiva di Stefani e Ingegneri si concentra esclusivamente sulla fase di copertura, senza compiti di impostazione del gioco, anche se in diverse occasioni la palla si muove dalle zone arretrate del campo, verticalizzando immediatamente sull’attacco. Il vero playmaker è Burrai, tra Misuraca e Suciu, che ha il compito di dettare i tempi del gioco valutando il movimento dei reparti avanzati (scegliendo quindi tra il lancio per la sponda di Arma, o l’inizio della trama di passaggi che porti gli esterni al cross).

GLI INTERPRETI – I guantoni che proteggono la porta neroverde sono di Matteo Tomei, classe 1984, da due stagioni con i ramarri. Marco D’Arsiè, classe ’93, è il numero “dodici”, fino ad ora con quasi 130  minuti giocati in stagione.  Esperienza e rapidità per i centrali difensivi Mirko Stefani (32) e Andrea Ingegneri (24), coppia stabile della retroguardia. Completano il reparto gli esterni Semenzato (29) e De Agostini (33), rispettivamente destro e mancino. In panca Marchi e Broh per gli esterni, Pellegrini al centro. In mezzo spiccano “quei tre”: Gianvito Misuraca (26), tanta gavetta in B e l’affermazione tra i Pro con Pisa e Bassano; Salvatore Burrai (29) che ha visto da vicino, ma con sole otto presenze, la Serie A con la maglia del Cagliari, salvo poi diventare un centrale di spicco in B e Lega Pro con Modena, Cremonese, Foggia e Juve Stabia; Sergio Suciu, tanta Serie B con il Torino poi Gubbio, Juve Stabia e Crotone per il rumeno, grande esperienza nonostante i 26 anni del centrocampista. Il reparto avanzato è ricco di chicche e può vantare su una grande abilità nel sapersi adattare alle richieste del tecnico. Luca Cattaneo, classe ’89, ha una lunga militanza in Lega Pro con Savona e Bassano, spesso impiegato sulla trequarti; Stefano Pietribiasi  (31) è un cliente scomodo per molte difese perché il suo compito non è quello di finalizzare (almeno non quello primario), ma ha dimostrato a Bassano di avere un buon feeling con il gol realizzando 33 gol in tre stagioni; chi completa il reparto offensivo, con Arma, è l’ex Ascoli Emanuele Berrettoni, per il 35enne romano tre anni con l’Hellas Verona, due con il Bassano, due con il picchio tra serie C e B, poi l’approdo tra i neroverdi. Rachid Arma (31), storpiando la pronuncia del suo nome (che si legge Armà) e citando un celebre film, è l’ “arma letale”  del Pordenone. Una macchina da gol con un passato in B tra Torino, Cittadella e Vicenza, poi in C con Carpi, Spal, Pisa e Reggiana prima di arrivare ai ramarri quest’anno. Sono ben 12 le reti messe a segno nelle 17 gare giocate: un ruolino impressionante.

Domenico Del Zompo

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