Monza, altro che “effetto Silvio”: due punti nelle ultime cinque partite

D’accordo: il campionato di Serie C è imprevedibile. Ci sono squadre organizzate, seppur non imbattibili sulla carta, che fanno meno fatica di organici attrezzati per vincere.

A San Benedetto questa situazione la si sta vivendo da vicino visto che la squadra, inizialmente progettata per eguagliare se non superare il punto toccato lo scorso campionato, si ritrova invischiata nella zona rossa della classifica. Certo, lì vicino ci sono Rimini e Fano e nei gradini sottostanti Renate, Verona e Albinoleffe.


Ma c’è anche lo strano caso del Monza di Berlusconi. I biancorossi erano partiti forte con 3 vittorie nelle prime tre uscite della stagione. Poi il buio. Dopo gli squilli contro Feralpisalò, Verona e Renate il club lombardo ha perso smalto. Dalla caduta a Ravenna al pari in rimonta a San Benedetto si erano già palesate le prime insicurezze sublimate poi dall’altro pareggio, stavolta casalingo, contro la Triestina. Negli ultimi due turni il vuoto più totale: 3-0 contro la Lanerossi Vicenza di patron Rosso, amico di Berlusconi e fornitore dell’abbigliamento di rappresentanza del Milan dell’ex leader di Forza Italia, e caduta casalinga contro il Teramo nell’ultimo turno.

Cinque gare senza vittoria, due soli punti raggranellati e Zaffaroni in discussione. Che fine ha fatto il Monza? Forse è “ansia da prestazione”, magari il fatto che si giochi così tanto in così pochi giorni. Il tecnico biancorosso, tuttavia, ha provato a dare la sua visione della cosa: «Sono situazioni che fanno parte di una crescita, quella di riuscire a giocare anche con determinate pressioni. L’anno scorso non c’erano pressioni perché eravamo la neopromossa a cui nessuno chiede nulla. Questa squadra deve fare un passaggio, cioè giocare con determinate pressioni richieste. Deve fare un salto di qualità. Non credo sia un discorso tecnico o tattico, ma psicologico. A volte ci sono giocatori che militano in Serie C perché non reggono mentalmente un certo tipo di pressione».


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