Montero: «Finché i giocatori sudano la maglia li difenderò contro tutto e tutti»


Paolo Montero difende il suo gruppo. Nel corso dell’intervista pre-Arzignano rilasciata al sito ufficiale della Samb l’allenatore uruguaiano si è prodotto in un’arringa nei confronti dei suoi giocatori dopo le critiche che sono arrivate negli ultimi giorni (in primis dal presidente Franco Fedeli) per prestazioni e risultati non soddisfacenti nella doppia sfida interna con Vis Pesaro e Fano. «Dobbiamo stare tutti più sereni – ha detto Montero – e quando dico tutti intendo società, staff, giocatori e giornalisti. Le nostre dichiarazioni e quello che scrivono i giornalisti possono avere ripercussioni in una piazza calda come è San Benedetto. Io, per esempio, l’ho vissuto all’Atalanta da giocatore. Quando diciamo o scriviamo che la squadra non ha giocato con impegno, che tra l’altro non è vero, possiamo creare dei problemi seri ai ragazzi. Stiamo rispettando quelli che erano gli obiettivi fissati con il presidente. Ci vuole più equilibrio. Ovvio che, come dico sempre, bisogna lavorare ogni giorno di più e dare sempre il massimo. Quando sono arrivato a luglio i tifosi mi hanno chiesto solo che la squadra sudasse sempre la maglia. E lo stanno facendo dal primo giorno, se così non fosse sarei il primo ad andarmene, ma fino a quando continueranno ad allenarsi e a impegnarsi così, li difenderò sempre a spada tratta contro tutto e tutti. Ho rivisto la partita con il Fano e non mi pare, alla fine, che il Fano ci abbia messo sotto. Ho qui i dati del GPS, sapete quanto è la media dei km percorsi a giocatore? 11 chilometri. È una media da Serie B. Certo abbiamo corso male, si poteva fare meglio, non ci siamo espressi ai soliti livelli, ma l’atteggiamento è stato sempre lo stesso. Noi abbiamo affrontato tutte le gare portando avanti la nostra idea di gioco, poi le partite si possono vincere o perdere, vanno anche presi in considerazione i meriti degli avversari quando c’è da riconoscerli. Non ci si deve esaltare per una vittoria né tantomeno buttarsi a terra per una sconfitta. Non funziona così».


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