Mike Piazza: «Il calcio italiano sembra il “Selvaggio West”»

La Reggiana, oggi Reggio Audace Football Club, milita in Serie D a seguito del fallimento decretato poco più di un anno fa. Additata come responsabile la gestione del patron Mike Piazza, dio in terra negli States in quanto inserito nella Hall of Fame del Baseball. Considerato il miglior ricevitore-battitore di tutti i tempi  detiene il record di fuoricampo in carriera (396). Avendo origini italiane, e grande passione per il calcio, ha tentato la scalata proprio nella società granata. Ad un anno di distanza dalla sua uscita di scena, il magazine online calcioefinanza.it lo ha intervistato. Piazza si è detto pentito, innanzitutto dalla scelta dei collaboratori, dettata più dai sentimenti e dall’immediatezza che dal raziocinio.


Di seguito riportiamo una parte delle parole rilasciate dall’ex patron granata sulla sua esperienza con un interessante sguardo sul mondo del calcio, e della Serie C in particolare:

«Molti professionisti coinvolti, da consulenti a partner “fidati”, hanno costantemente fornito informazioni errate, mezze verità e bugie. – Racconta Piazza riguardo i suoi primi passi a Reggio – Dalla valutazione iniziale del club, alle questioni dei flussi di cassa, alla chiusura dell’affare, alla negoziazione dei contratti, incluso l’affitto dello stadio, senza l’autorità per farlo. I miei ex soci hanno portato il club verso il baratro e l’unica salvezza sarebbe stata la promozione in Serie B. Sarebbe stato comunque molto difficile, dato che la Serie B non è una salvezza definitiva, ma ti dà solo il tempo di respirare e cercare di sostenere il club con una combinazione di vittorie, sviluppo e vendita di giocatori. Il primo acquisto importante è stato un attaccante da oltre 500.000 euro [Ettore Marchi, 23 partite giocate] che non solo non ha segnato nemmeno un gol, ma ha fallito un calcio di rigore contro il Venezia, in una delle partite più importanti dell’anno. Abbiamo pagato un attaccante [Rachid Arma] 45.000 euro per andarsene e poi finire a segnare 17 goal al Pordenone. Abbiamo anche rifiutato un giocatore [Ettore Gliozzi] in prestito gratuito, che è andato al Sudtirol dal Sassuolo e ha segnato 16 gol. Tutti affari portati a termine da un direttore sportivo alla prima esperienza che è stato assunto (non da me) con un contratto federale triennale tre volte più oneroso rispetto alla media del campionato. Non era mai stato direttore sportivo prima d’ora».


Non solo l’impossibilità di mantenere a galla il club, neanche la Serie B avrebbe aiutato, ma anche la difficoltà di rapportarsi con “un sistema che dovrebbe essere rivisto”:

«Il calcio italiano dal lato degli affari è settore estremamente complicato per gli stranieri. È veramente il “selvaggio west”. Devi essere estremamente abile per sopravvivere, specialmente ai livelli più bassi. Perché alle società più forti non importa se vivi o muori. Se fallisci, parte la caccia ai giocatori migliori e a quelli più giovani. Quando andavo alle riunioni del campionato di serie C, molti presidenti si lamentavano dei costi e dei milioni di euro necessari per sostenere un club. I requisiti della lega sono ridicoli, le tasse sono opprimenti, molte squadre pagano in nero e ci sono molti casi di riciclaggio di denaro. Penso che l’intero sistema debba essere rivisto. Molte società vengono penalizzate per non aver pagato in tempo o per non avere le garanzie obbligatorie richieste per gli stipendi. Nel mio primo anno molti club hanno utilizzato finte società per garantire gli stipendi e non hanno ricevuto alcuna sanzione, avendo avuto il tempo di adeguarsi. Siamo arrivati ​​alle finali il mio primo anno, i soldi ricevuti per i playoff erano circa 80.000, ma le nostre spese erano più del doppio. Inoltre, devi devolvere una percentuale importante degli incassi per le gare casalinghe alla squadra ospite. Questo ci ha ucciso. Le nostre entrate per le partite in casa erano nettamente superiori rispetto a quelle della maggior parte dei nostri concorrenti e le nostre spese erano significativamente più alte. Durante i playoff la lega si prende anche un terzo degli incassi».


 

Commenti