Legnago-Samb 1-1, IL COMMENTO | Intanto salviamoci sul campo


LEGNAGO-SAMB 1-1, LA CRONACA

MONTERO: «ORA ASPETTIAMO NOTIZIE…»

Rieccoci nel pieno di quei tormentoni societari visti tante volte dalle nostre parti e che mancavano da qualche anno. L’ultimo fu quello della terribile estate 2013 quando freschi di promozione in Seconda Divisione (praticamente la Serie C2 che allora esisteva ancora), la società di Pignotti e Bartolomei non riuscì ad iscriversi al campionato nonostante spasmodiche ed estenuanti trattative. Insomma, riecco i fantasmi riemergere prepotentemente, dopo che sembravano definitivamente scacciati: allora la memoria torna subito ai Venturato (primo fallimento, nel 1994), ai Soldini (secondo crac nel 2006, l’unico in cui si è poi mantenuta la categoria) e ai Tormenti (bancarotta del 2009). Stavolta il personaggio chiave e che si aggiunge di diritto a questa lista, anche se ancora c’è qualche piccola speranza di evitare il peggio, è indubbiamente Domenico Serafino, a questo punto, visti anche gli inequivocabili striscioni apparsi nottetempo in città, definitivamente bruciatosi. Dopo i faraonici progetti di avvio, che avevano illuso un po’ tutti, è venuta fuori, già ad inizio 2021 con gli improvvisi allontanamenti di Fusco e Colantuono, una situazione via via sempre più allarmante e addirittura a questo punto quasi irrecuperabile. Ora la misura è davvero colma e il calabro-argentino non può, se ha ancora solo un pizzico dello sbandierato amore per la Samb, che cedere alla svelta la società all’imprenditore coreano o a terzi. È durata quindi pochi mesi la sua avventura o meglio la sua disavventura e in questo nei tempi e nei modi si avvicina a quella di Soldini, quando, come adesso, la bolla scoppiò presto, non a ridosso dell’iscrizione al successivo campionato, e ci furono i tempi tecnici per rilevare la società all’asta fallimentare, anche se poi chi la prese (i Tormenti) giunsero allo stesso epilogo tre anni dopo. È questa la sola fiammella, che potrebbe condurre alla sopravvivenza del calcio sambenedettese, per cui innanzitutto, a prescindere da ciò che succederà, conviene pensare a stringersi attorno alla squadra, magari anche finanziariamente, come ipotizzato dall’Associazione Noi Samb, per cercare intanto di salvarsi sul campo, nonostante le ingenti penalizzazioni in arrivo (per ora 5 punti). Poi, se in settimana anche il socio coreano dovesse alzare bandiera bianca, sarà già il caso, magari con il supporto della stessa amministrazione comunale, di impegnarsi per mettere su un gruppo imprenditoriale, che possa dopo il probabile fallimento prendere in mano la società, salvando la categoria o male che vada ripartendo dalla Serie D, come negli ultimi anni è stato possibile per molti sodalizi finiti in disgrazia.

Alessio Perotti

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