L’Albinoleffe tra sogno e realtà: stadio di proprietà e salvezza da raggiungere

La realtà forse più conosciuta di Bergamo si chiama Atalanta, subito alle spalle c’è l’Albinoleffe, ambiziosa compagine militante nel girone B.


La Samb ha imparato bene a conoscere la squadra del presidente Andreoletti visti i 5 confronti (1 vittoria per l’Albinoleffe, 1 per la Samb e 3 pareggi), tutti risalenti alle ultime due stagioni di Serie C.

La formazione bergamasca non attraversa un positivo momento di forma annaspando tra le ultime posizioni della graduatoria, regina dei pareggi (12 su 20 gare giocate con 2 vittorie e 6 sconfitte). A tal proposito, proprio il presidente della Celeste, in un bilancio di fine anno tracciato sulle pagine del sito ufficiale, spiega:


«L’attuale posizione in classifica va letta con realismo, per questo l’unica cosa da fare è quella di evitare l’ultimo posto al termine del campionato. Serve la capacità di riconoscere gli errori di valutazione fatti in estate. Io per primo non ho colto alcune carenze che già la scorsa stagione ci aveva anticipato. Bisogna correre ai ripari migliorando, come si è fatto, la qualità del lavoro sul campo, ma è evidente che serva anche qualcosa dal mercato. Non sarà semplice perché l’attuale posizione di classifica non agevola i contatti, ma sono certo che il nostro DS riuscirà a trovare ciò che può aiutarci a risolvere i nostri problemi».

Ma alle spalle del club c’è una attenta e seria programmazione che si riassume anche con le parole di Andreoletti sulla costruzione di un impianto di proprietà nel centro sportivo di Zanica, fattore fondamentale per l’abbattimento dei costi vista la necessaria richiesta all’Atalanta per l’utilizzo dell’Atleti Azzurri d’Italia, e la crescita di un proprio settore giovanile:

«Stiamo completando la ricostruzione del fondo di gioco del campo centrale. Sottoscritto il protocollo d’intesa con l’Amministrazione Comunale, abbiamo presentato un progetto per uno stadio da 1800 posti. Ora si tratta di vedere le tempistiche per il rilascio della licenza e – cosa fondamentale – mantenere la categoria. Solo a quel punto si potrà davvero iniziare a sognare”.

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