La Samb del terzo millennio, capitolo 1 | Nuova Jesi-Samb 0-1


LA SAMB DEL TERZO MILLENNIO

CAPITOLO 1 NUOVA JESI-SAMB 0-1 2000/01


È un viaggio nelle vicissitudini della Samb in questi primi vent’anni del nuovo millennio quello che ci apprestiamo a compiere a partire proprio dalla sua alba, carica di speranze per il mondo intero ed anche per il nostro piccolo ma significativo ambito calcistico, che proprio all’incipit degli anni 2000 visse uno dei periodi migliori della sua storia. Sarà una navigazione, e come potrebbe non esserlo per noi “gente di mare” reale al di là di quella cantata dal duo Raf-Tozzi, che sfoglierà l’album dei ricordi fino agli albori dell’era Fedeli non tanto nostalgicamente, quanto per ripercorrere come si è evoluta o involuta la storia rossoblù in questi due decenni, per carpirne insegnamenti in prospettiva e per rispolverare la nostra mai comunque sopita identità. In una sorta di circolarità, che vale per tanti aspetti del mondo, della vita e anche del percorso personale, partiremo da un campionato di Serie D vinto e chiuderemo allo stesso modo, ma quante ne sono successe tra questi due eventi apparentemente simili!


E allora salpiamo e prendiamo il largo, come in effetti fece quella Samb proprio a partire dal 2000, quando giunse come un uragano il suo nuovo timoniere, sor Luciano Gaucci. Si parlava tanto di Millennium Bug in quel periodo, l’anomalia informatica che avrebbe potuto comportare ingenti danni a seguito dello storico cambio di datazione annuale, ed era analogamente una sorta di bug il fatto che la Samb da tanti anni navigasse nel dilettantismo come conseguenza della rovinosa caduta dalla C1 nel 1994 innescata dalla scellerata gestione Venturato. Dopo l’immediata promozione dal campionato di Eccellenza sotto la guida della premiata coppia di bandiere nostrane Chimenti&Beni, ci si era impantanati nel CND o D, che dir si voglia, nonostante le velleità degli assetti dirigenziali che si erano succeduti, da Torquati ad Amante, da Cerulli Irelli ad Oliveri, per finire con la famiglia Caucci, proprietaria del noto marchio d’abbigliamento vibratiano Casucci, già sponsor di maglia della Samb negli anni Ottanta in serie B. Cambiò curiosamente solo una lettera in quell’estate del 2000, perché si passò da Caucci a Gaucci, ma in realtà nulla fu più come prima. E sì perché il patron di matrice andreottiana, ex numero due della Roma ai tempi di Viola e proprietario anche di Perugia (che aveva appena frantumato il sogno scudetto juventino sotto il nubifragio con un gol di Calori, futuro anche se per breve tempo mister rossoblù) e Catania, dopo aver mollato la Viterbese, era un autentico vulcano ed un vincente. Mecenate sì, come rivelano i tanti ottimi calciatori che portò in casa Samb, ma anche Masaniello, come dimostrò da autentico capopopolo quando dai gradoni all’esterno della tribuna arringò la folla inferocita dopo la sconfitta casalinga col Cesi, promettendo di festeggiare tutti insieme a fine stagione… e tanto fu. Dopo un avvio disastroso il cambio di guida tecnica con Mei al posto di Donatelli, l’acquisto di due calciatori di peso in tutti i sensi, come Colantuono (un ritorno dopo la vittoria dell’Eccellenza) e Michelone Sergi e l’esplosione dei due under obbligatori, Calanchi (arretrato da centrocampista a centrale) e De Luca (esterno sinistro) raddrizzarono eccome la stagione. Pian piano capitan Visi, tornato anche lui per riconquistare, come disse più volte, quello che gli era stato indebitamente tolto nel 1994 (e il bravo Stefano ce la fece), e i suoi compagni costruirono un 4-4-2 in stile “panzer”, che piallò letteralmente il campionato con le relative antagoniste Latina, Tivoli ed Astrea. Tappa chiave in questo processo di crescita e di consapevolezza dei propri mezzi fu quella del 3 Dicembre a Jesi.  Proveniva già da tre vittorie, che le avevano permesso di agguantare la vetta, la formazione di Mei e la sfida del Carotti rappresentava un ottimo banco di test per saggiare i comunque già evidenti progressi in casa nostra. Ovviamente la sfida era solo sulla carta in trasferta, perché memori dell’esodo cadetto del 1985, che accompagnò la prima di sor Guido Mazzetti, vittoriosa per 1-0 sul Monza grazie ad un diagonale di Ruffini proprio sul neutro di Jesi, si presentarono in 1500 i tifosi rossoblù nella città che diede i natali a Federico II di Svevia. In quell’occasione scese in campo proprio la formazione tipo, che da lì in poi avrebbe dominato, conquistando la promozione aritmetica proprio nel match di ritorno con la Nuova Jesi (1-0 con rete di Cacciatori) e che andiamo a scorrere secondo il layout: Visi in porta, da destra a sinistra in difesa Borsa-Colantuono-Calanchi-Pirone, a centrocampo Contini-Di Serafino-Cerqueti-De Luca, in attacco Fermanelli (il bomber mascherato) e quello che sarebbe divenuto un idolo come l’indomabile Sergi. Battaglia era prevista e tale fu in campo e fuori con la Samb che grazie al piede vellutato di Contini direttamente su punizione ruppe l’equilibrio nel finale di primo tempo e che poi seppe resistere per tutta la ripresa alle ondate offensive degli uomini di Sauro Trillini, che tre anni dopo avrebbe assunto le redini rossoblù, detenendo tuttora il record di non aver mai perso fuori casa in C prima di essere sostituito da Gaucci con Vullo per l’insoddisfacente rendimento casalingo. Un altro futuro protagonista in casa Samb, il centrocampista Davide Faieta (autore di 10 reti in quella stagione e memorabile per la sua doppietta con cui stese il Genoa al Riviera delle Palme), avrebbe pure pareggiato anche lui da calcio piazzato in avvio di ripresa, ma dopo una discussione durata cinque minuti il gol fu annullato in quanto la punizione era indiretta. Ed ecco che si manifestò quel clima incandescente tipico degli incontri al Carotti, perché con gli animi esacerbati alcuni tifosi jesini malmenarono in tribuna tre calciatori rossoblù (Cerbella, Cameli e Cianci, il cui caso, poi risolto, fu il vero unico ostacolo verso la promozione), ma in realtà la ruggine proveniva da qualche anno prima, quando nella stagione di D 1996/97 la Samb di Ortega, pur senza più ambizioni di primato, stoppò l’ascesa della Jesina, recuperando due gol di svantaggio con Bucciarelli e l’ex Gugliemo De Feis, oggi stimato avvocato, favorendo di fatto la promozione dell’Astrea di Agostinelli. Nonostante tutto il fortino rossoblù resse, portando il preziosissimo 1-0 fino al termine e da quella volta in poi la vittoria di Jesi divenne viatico per la promozione, come si ripeté nel 2012/13 (poi come noto purtroppo revocata) e 2015/16. Al canto della “Capolista se ne va” degli straordinari supporters sambenedettesi la sera scendeva sul Carotti, ma in realtà una luce intensa illuminava il cammino della Samb.

Alessio Perotti


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