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I ricordi di Simonato: «Mio suocero, armatore e tifoso. E al Ballarin i portieri avversari…»

Fonte foto: pagina Facebook Simonato Maurizio


Continuano i ricordi di Maurizio Simonato, che sulla sua pagina Facebook nelle ultime settimane sta tenendo incollati i tifosi della Samb (di qualsiasi età) raccontando com’era no la Samb e la San Benedetto del Tronto dei “suoi” anni. Di seguito riportiamo l’ultimo suo racconto (SOTTO IL POST TROVATE IL TESTO).

“Eufrasia tu frequenti un giocatore della Samb… io lo voglio conoscere, poi fai come ti pare”. Con queste parole mio suocero Vincenzo, vecchio lupo di mare, un giorno accolse quella che poi diventò mia moglie. Era estate e dopo quella frase d’esordio, la sera stessa fui invitato dai futuri suoceri al loro chalet che ancora oggi è il nostro ritrovo nei mesi estivi. Pensai a un modo per farmi coraggio ed ecco la mia trovata: chiamai Ripa e (ovviamente) Catto e chiesi loro di farmi compagnia e così ci presentammo allo chalet… afferrando sottobraccio un’anguria per uno!!! Quella sera mio suocero dopo 5 anni ricominciò a fumare. Oltre che un armatore della marineria sambenedettese, era anche, come tutti i pescatori locali, un grande tifoso della Samb. Il rapporto tra la marineria e la Sambenedettese era da sempre stato connotato da sostegno reciproco, sin dagli anni ’50, quando i pescatori si autotassavano proprio per aiutare la squadra cittadina. La Samb che nel 1955/56 vinse il campionato di Serie C e fu promossa in B, aveva portato alla ribalta una piccola cittadina costiera con non più di 25.000 abitanti introducendola nel calcio che contava e facendola conoscere in tutta Italia. Nella foto della squadra nel giorno di quella promozione si vedono evidenziati in tribuna proprio mio suocero Vincenzo Del Zompo detto “La Gielle” ed i suoi soci Ricci detto “Repepè” e Palestini. Il mio carattere molto espansivo e spesso alla ricerca della burla, mi portava a sollecitare i miei compagni di squadra in continuazione. A Rottoli, il nostro portierone, spelacchiavo il pellicciotto nero da “orso”, proprio come chiamavamo lui, e puntualmente mi prendevo un bel cazzotto sulle braccia accompagnato dal suo vocione che mi diceva “Fighèta”. Di Basilico invece, ero il barbiere personale. Il suo caschetto biondo doveva essere impeccabile per la partita, soprattutto per non dare fastidio agli occhi, così lo mettevo seduto al centro dello spogliatoio e gli tagliavo i capelli più lunghi. Lui faceva le prove e scuoteva la testa, proprio come faceva in campo nelle sue famose sgroppate sulla fascia laterale, e ce lo ricordiamo bene, alla ricerca di qualche punizione e spesso di qualche calcio di rigore. Catto invece, nel primo anno di Serie C divenne il mio obiettivo fisso. Allora non avevamo ancora una divisa, e quando partivamo per le trasferte lui si presentava sempre con una maglietta che io definii “della Sampdoria”, celeste, con delle righe orizzontali colorate. In una di queste trasferte, attesi che tutti fossero saliti sul pullman, mi avvicinai a lui e gli dissi: “Beh Franco, non venire più in trasferta con la maglietta della Sampdoria, facciamo noi una colletta e te ne compriamo una nuova!”. La risposta di Catto mi zittì immediatamente: “Caro Simo, il sabato e la domenica io LAVORO, e perciò mi vesto da LAVORO!!!” E se parlo dei miei compagni, come non posso avere un pensiero particolare a Massimo Berta che è mancato qualche giorno fa, un ragazzo buono, intelligente, discreto, di poche parole, che in campo si trasformava in un mastino instancabile, di lui ricordo il sorriso che ci concedeva quando scherzando gli dicevamo “sei un taccagno di Genova” e si sa come si gioca sulla proverbiale tirchieria dei genovesi. Solo un semplice sorriso era la sua risposta. Infine il Ballarin, che a detta dei nostri tifosi era un esame per i portieri avversari. I vecchi articoli di giornale, riportano che in casa, quando erano pochi, battevamo 15, 16, 17 calci d’angolo, perché il nostro era un assalto continuo alla porta avversaria. E così al termine delle partite, del portiere avversario sicuramente si poteva dare un preciso giudizio: bravo sui palloni alti… difetta un po’ sulla presa… ha grande personalità ecc. Grazie per sempre Ballarin!!!


Fonte foto: pagina Facebook Simonato Maurizio

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