Tennis, al Maggioni trionfa Berrettini: nella Riviera delle Palme è nata una stella

Nella calda cornice di un Maggioni strapieno il ventunenne atleta romano si è aggiudicato il torneo sambenedettese, nonostante un cammino ricco di insidie…

Chi si preoccupava per il futuro del tennis italiano e sui sostituti dei quattro moschettieri azzurri Fognini-Seppi-Lorenzi-Bolelli può cominciare a tranquillizzarsi. Dopo Giannessi giunto in semifinale nel contemporaneo torneo ATP di Umago (Croazia) e già convocato da Barazzutti in Davis ecco farsi largo dall’alto dei suoi 193 cm il romano Matteo Berrettini, 21 anni e un carico di promesse che iniziano ad avverarsi. Nella calda cornice di un Maggioni strapieno e comunque sempre affollato sin dal primo turno di lunedì scorso il giovanotto allenato dall’ex tennista Santopadre ha vinto e convinto al termine di una settimana giocata in crescendo. Non era semplice il cammino di Berrettini che già al secondo turno, dopo aver avuto la meglio sul connazionale Arnaboldi, incrociava la testa di serie numero 1 del Challenger (64000 euro di montepremi), quel Santi Giraldo precipitato al n.99 dal best ranking di n.28 e che tra i suoi scalpi annovera anche quello del “Fogna”. Una contrattura ha messo ko il colombiano nel corso del secondo set in cui comunque il bravo Matteo era già avanti dopo aver fatto suo il primo. Strada spianata? Macchè, visto che Berrettini per giungere all’appuntamento con la finale ha dovuto sbarazzarsi di due “terraioli” di professione, nonché mine vaganti dei challenger, come il portoghese Pedro Sousa e l’argentino Coria. Sta di fatto che il ventunenne è riuscito, nonostante le insidie del cartellone, a tracciare un percorso netto, senza perdere nemmeno un set, finale compresa contro il temibilissimo e in ascesa ventiduenne serbo Djere, che da oggi ha messo i piedi tra i primi 100. Se contro Pedro Sousa e Coria la vittoria era stata timbrata con l’identico punteggio di 6-2 6-4, solo un game di fatica in più (6-3 6-4 per un’ora e mezza di gioco) ha richiesto l’ultimo sforzo, applaudito da un pubblico in visibilio, che per il secondo anno consecutivo ha visto trionfare un italiano (lo scorso anno era toccato a Gaio anche se in un torneo dal montepremi dimezzato). Con le sue specialità della casa (servizio e dritto, si potrebbe parlare di un Raonic italiano) e con un costante e fastidioso back di rovescio il “Berretto” ha liquidato un appannato Djere, che sicuramente ha risentito della fatica accumulata nella striscia di nove successi consecutivi (domenica scorsa si era aggiudicato il Challenger di Perugia). Ha “sgommato” subito in avvio Berrettini, portandosi sul 3-0 e conducendo senza patemi il primo set, mentre il secondo è stato un testa a testa fino al break del fatidico settimo gioco, che ha spianato al nostro tennista la strada di un torneo, in cui solo una volta (contro Coria) ha ceduto il servizio. Così la promessa azzurra taglia il traguardo del suo primo Challenger dopo averne persi due in finale sul cemento (una superficie ancora più congeniale alle sue caratteristiche rispetto alla terra) lo scorso anno ad Andria e quest’anno a Guangzhou in Cina entrambi contro connazionali (rispettivamente Vanni e Fabbiano). Grazie a questa affermazione Berrettini entra nei primi 200 (173, solo lo scorso ottobre era attorno all’800) e può coltivare il sogno di qualificarsi per l’ATP NextGen di Milano in programma a Novembre, che vedrà all’opera la “meglio gioventu’” tennistica internazionale (Zverev, Coric, Rublev e così via). Ma il vero sogno di tutti gli appassionati italiani è di vederlo al più presto nei primi 100 e poi chissà per far sventolare sempre più in alto sui campi da tennis la bandiera tricolore.

Alessio Perotti

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