Tecnico esordiente e attacco devastante, l’analisi della Reggiana

Leonardo Colucci, seppur alla prima esperienza tra i “grandi”, non è certo un novellino e dopo qualche colpo di tosse ad inizio stagione è riuscito a far girare il motore granata…

PRIME ESPERIENZE Leonardo Colucci calca i palchi professionistici, da tecnico, per la prima volta in carriera e lo fa alla guida dell’ambiziosa Reggiana del presidente Mike Piazza. Dopo una lunga permanenza tra le fila di Verona e  Bologna, passando per Lazio, Cagliari, Cremonese, Modena e Reggiana, da calciatore, appesi gli scarpini al chiodo si è seduto sulla panca degli allievi del Bologna nel 2012. Nel 2014 è passato alla Primavera della squadra rossoblù. Dopo un avvio di campionato non proprio brillante, Colucci, è riuscito a dare una scossa ai suoi e grazie ai recenti risultati è riuscito a portare la Reggiana vicina alle zone alte della classifica.

IL MODULO – Il tecnico parte da una base del sistema 4-3-3 che permette ai rapidi e tecnici giocatori granata di coprire senza grande fatica tutte le zone del campo. L’incognita è l’evoluzione dello schema nel 4-3-1-2 che include la presenza di un trequartista, ruolo spesso ricoperto da Sbaffo con mansioni di guastatore (ad esempio contro la Maceratese) dietro due punte. Il presidente “made in USA” è una leggenda in patria grazie ai brillanti risultati ottenuti in carriera, da battitore nel baseball. Tanta voglia di vincere gli è rimasta anche dopo aver lasciato mazza e guantone e la rosa costruita in estate ne è la lampante dimostrazione.

IN ROSA – Tra i pali spunta Perilli, ex Sassuolo. Il portiere è molto giovane e dal sicuro avvenire. La scelta per il trittico di guantoni granata è molto particolare: Perilli, il numero 1, ha 21 anni; Narduzzo, il numero 12, ne ha 22 e De Malija ne ha 18. Un trionfo nella modernità dell’interpretazione del ruolo, a scapito dell’esperienza. Riconfermati, dietro, l’esterno Panizzi, il terzino Mogos, uno molto pericoloso in fase offensiva, e Luca Ghirindelli cresciuto nelle giovanili del Milan e nella scorsa stagione a Pavia. Al centro ci sono Trevor Trevisan, classe ’83 con trascorsi a L’Aquila, Giulianova, Pisa e Padova; poi Spanò e Sabotic. Centrocampo tutto (o quasi) nuovo: l’unico reduce dalla scorsa stagione è Dario Maltese che ha un trascorso in serie B, non una felice esperienza. Ex punto fermo del Padova, dal 2007 al 2012, è Andrea Bovo, forza ed esperienza al servizio di Colucci. Nato a Loreto, fantasista classe ’90, Alessandro Sbaffo arriva in prestito dall’Avellino ed è una vera mina vagante. Prelevato dal Benevento, Federico Angiulli, arriva in granata dopo aver ottenuto la vittoria del campionato nel girone C, lo scorso anno. L’attacco granata è di quelli che fanno tremare i polsi al solo pensiero: Angelo Raffaele Nolè, sull’esterno, la palla in rete sa metterla senza particolare difficoltà. Nato nel 1994, cresciuto a Novara e promessa della serie C e in predicato di calcare presto campi di più alto rango e già con un roseo trascorso in B, è Jacopo Manconi. Tuttofare del reparto offensivo può essere impiegato sia sull’esterno dove sa esprimersi al meglio, sia al centro dell’attacco. Bomber, classe ’85, Ettore Marchi arriva dalla Pro Vercelli dove ha messo in rete 35 reti in tre anni. Nel giro delle nazionali minori, come Manconi, c’è Luigi Falcone reduce da una positiva esperienza all’ombra dell’Etna con la maglia del Catania.

Domenico Del Zompo

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