Simonato: «Da Benedetto Paci a Vittorio il giardiniere, vi racconto la Samb del Ballarin»


Riportiamo di sotto un racconto emozionante e dettagliato di Maurizio Simonato, che attraverso le sua pagina Facebook ha parlato di tante figure di “secondo piano” che comunque sono state fondamentali negli anni d’oro della Samb: gli anni del Ballarin.

A San Benedetto il calcio era il Ballarin, e intorno, vivevano con noi e per noi tante persone appassionate, che si esaltavano per una nostra vittoria o erano tristi quando si perdeva. La Samb non eravamo solo noi calciatori, ma oltre al pubblico sambenedettese, tutti quelli che ruotavano attorno alla squadra. Sempre presenti al Ballarin, dal mattino alla sera: il mitico Benedetto Paci “Barò”, ex rossoblu degli anni ’50, con lui non si scherzava, le maglie dovevano durare almeno un anno e darle in regalo era una cosa impensabile; indimenticabile l’addetto alle scarpe Giacomo Di Matteo, nel suo stanzino si respirava quell’odore di cuoio e di grasso di scarpe che se chiudo gli occhi ancora mi pare di sentire; va menzionato poi Vittorio il giardiniere, che curava il campo in modo meraviglioso, il terreno era sempre perfetto. Anche loro tre per noi facevano parte della rosa, e quando conquistavamo dei premi, ci tassavamo per farli avere anche a loro. Il nostro staff medico era composto dal massaggiatore Walfrido Bernardini, vittima dei nostri scherzi, e dai dottori Monaldi e Di Matteo, considerati come fratelli maggiori. Per merito loro, in tutti i reparti dell’ospedale, c’erano degli amici che ad ogni necessità ci aprivano le porte immediatamente. Il dr Di Matteo ci seguiva in panchina e dire che fosse un tifoso è dire poco, come dimostra la foto che lo ritrae discutere con l’arbitro Agnolin. Guadagnin e Calabresi erano i nostri accompagnatori, ed in casa o fuori erano sempre presenti, ovviamente supertifosi anche loro. Giancarlo Tacconi ed il giovane Nazzareno Marchionni erano i due segretari, coadiuvati dall’allora signorina Luciana. Quando ci fu l’invasione a Sassari ricordo con grande affetto Tacconi, che rientrando nello spogliatoio pieno di lividi e di sputi, si sdraiò sulla panca e disse: “Oddio, m’accis’ m’accis’…” (Oddio, mi hanno ucciso, mi hanno ucciso). I mister erano Gigi Traini, Rivo Spinozzi e Marino Bergamasco. Anche loro come noi vivevano la città intensamente ed erano sempre in mezzo alle gente con l’immancabile bici di Gigi a fare da compagna. I nostri dirigenti inoltre, sono stati i gestori abilissimi di una Samb sempre di alti livelli, prima in serie C poi in serie B (Vala’ alla Ternana, Castronaro e Basilico al Genova, Ripa al Foggia, Pasquali al Torino e Spinozzi alla Lazio, tutte squadre di Serie A). Oltre a Valeri e Ciabattoni soprannominati “il gatto e la volpe”, sono da ricordare D’Isidori, Testa, Caioni, Pavoni, Di Lorenzo Silvano, Guidi Massi, Damiani, Bollettini, Zoboletti, i fratelli Mimmo e Giancarlo Del Moro e l’Avvocato Nucifora. Questo gruppo di persone si radunava ogni settimana in sede, e collegialmente, prendeva le decisioni che poi hanno fatto grande la Samb di quegli anni. Infine voglio ricordare l’Abbadetta di Acquaviva Picena, l’albergo dove il venerdì andavamo in ritiro e dove incontravamo tanti amici (e non poteva essere diversamente anche lì!). Di tutte queste persone e dei bei momenti trascorsi riusciamo a conservare il ricordo grazie anche agli immancabili fotografi, i grandi tifosi Baffoni e Sgattoni che ogni domenica immortalavano in campo le nostre azioni. Il Ballarin non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco.


Fonte foto: pagina Facebook Maurizio Simonato

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