Samb-Ravenna 0-0, IL COMMENTO | La lezione di Piovene


SAMB-RAVENNA 0-0, LA CRONACA

MONTERO: «ANDIAMO AVANTI…»

Era questa una sfida che si intrecciava evidentemente con la pandemia purtroppo tuttora in corso: rinviata ad oggi per l’alto numero di tesserati romagnoli contagiati dal virus, nello scorso campionato si rivelò come l’ultima partita disputata prima della sospensione dovuta all’irruzione del Covid 19 (il primo incontro annullato fu proprio quello che la settimana successiva avrebbe visto la Samb di Montero impegnata a Piacenza, dove imperversava uno dei maggiori focolai). Provenivano i ravennati da due successi consecutivi al Riviera (1-0 e 2-1, nello scorso campionato in gol andò anche l’ex Nocciolini), ottenuti sotto la guida di Foschi, quest’anno sedutosi per un brevissimo periodo sulla panchina carpigiana, e così con questo scialbo pari continuano la serie positiva in casa Samb. Così come la proseguono gli uomini di Montero, anche se oggi sono decisamente mancate vivacità e brillantezza. Certo che il disastroso contorno societario non li agevola proprio. A questo punto dopo la brusca interruzione delle trattative per il passaggio societario, tutto (promesse di Serafino a parte) farebbe presagire un esito fallimentare per il club indecorosamente gestito dal produttore musicale calabro-argentino e quindi, come da noi anticipato già domenica scorsa, sarebbe proprio il caso di cominciare immediatamente a pensare a come rifondare per l’ennesima volta il calcio sambenedettese. In tal senso potrebbe fungere il tavolo di lavoro appena istituito e già avviato dall’amministrazione comunale, con il coinvolgimento di sportivi e professionisti cittadini, per monitorare la situazione attuale ed ipotizzare vie d’uscita da questo intricato labirinto. Magari ritrovando collettivamente quell’identità sambenedettese, ben descritta dallo scrittore e giornalista Guido Piovene nel suo favoloso “Viaggio In Italia” della fine degli anni ’50, di cui riportiamo uno stralcio. “Gli ardimentosi pescatori di San Benedetto si spingono dovunque, dall’Atlantico all’Artico, valenti in tecniche non consuete in Italia. Sono così diversi da tutti gli altri delle Marche, da costituire una specie di colonia e razza a parte. Di fronte al marchigiano quieto, abitudinario, classico sono fantastici, violenti, pronti alla rissa ed hanno anche nel fisico qualcosa di orientale e saraceno”. Precisando, a scanso di equivoci, che i termini “violenti, pronti alla rissa” nel linguaggio dell’epoca erano intesi nel senso di impeto, passione e coraggio, questo spirito indomito, energico e fantasioso dei nostri padri e nonni dobbiamo ritrovare per aprire nuove strade e prospettive per la nostra città, non solo in campo calcistico. Sarebbe allora proprio il caso di rievocare il ben noto incitamento de “lu fernare” al Ballarin: “Svegliamoci, svegliatevi, svegliateci!”

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