Rossoblù di lunga data: Capitan Rapisarda, un terzino a motore

Ad esultare per un gol non ci si abitua mai. Ad esultare per un gol di Capitan Rapisarda ancora meno.


Il “rossoblù di lunga data” di oggi è proprio Francesco Rapisarda, esterno destro, terzino e qualche volta anche ala d’attacco. Si prende il 14 al suo arrivo a San Benedetto, in un freddo calciomercato di riparazione nella stagione 2016/2017. L’ambito è uno scambio, a posteriori rivelatosi geniale, con l’impalpabile Giacomo Zappacosta.

Rapisarda, a Lumezzane, gioca sull’esterno difensivo destro, terzino bloccato. Approdato al Riviera dimostra subito una certa personalità esordendo da titolare il 21 gennaio a Mantova. Mister Stefano Sanderra, con l’ingrato compito di rimpiazzare Ottavio Palladini, lo inquadra difensore salvo spostarlo più avanti in occasione della sfida interna con il Venezia, poi persa 3-1.

Ma è nella stagione successiva, quella ’17/’18, che il calciatore siciliano si prende squadra e tifoseria. Parte bene con Moriero, sempre in difesa in compagnia di Tomi, Patti e Conson. L’intuizione di spostarlo in avanti, ricalcando quel Samb-Venezia di un anno prima, è di Capuano che lo trasforma nel perfetto guastatore nel suo 3-5-2. (Il Genio guastatori è una specialità dell’Arma del genio dell’Esercito Italiano, che supporta le truppe combattenti, composta da “guastatori“, militari specializzati nell’attacco e nella difesa di opere fortificate, ma anche nel distruggere mezzi corazzati, piazzare e disinnescare ordigni). Vola a tutta fascia, gode di piena libertà negli inserimenti, riesce a scandire i tempi della manovra in uscita e, soprattutto, non si ferma mai davanti a niente e nessuno. Con Capuano poi inizia pure a segnare, un vizio che lo contraddistingue nella media degli esterni della categoria.


La prima rete arriva contro il Pordenone dove capitalizza al meglio un assist di Di Massimo e firma il provvidenziale pareggio. Poi contro il Gubbio quando, a 10′ dal termine, risponde all’eurogol di Marchi che saluta l’esordio dell’estremo cosentino Perina.

Nella passata stagione, tormentata dai risultati altalenanti e dagli sfoghi di presidente e tifoseria, lancia SOS e scherma i compagni dalle critiche cedendo agli oneri che la fascia di capitano porta con se. Rapisarda ha dimostrato. In questa stranissima Samb spesso fatta di nomi, di colpi di mercato e colpi di testa, silenzi stampa ed esplosioni (sì, come quel tale lì… Mancuso), Rapisarda ha dimostrato di essere un giocatore essenziale tanto in campo quanto fuori. Senza apparire, senza volersi prendere il primo piano o le foto di rito. “Ciccio” porta sul rettangolo quello che è quando sveste la maglia della Samb: uno di quelli che fino alla sgroppata palla al piede ti chiedi se gioca o no, ma che se non ci fosse mancherebbe parecchio.


L’ultima rete in ordine temporale la realizzata in Coppa Italia contro l’Imolese segnando di testa come l’1 a 0 contro la Feralpisalò del 18 novembre scorso. È l’ottava griffata nelle 96 presenze, condite da 5 assist per un totale di 8mila 500 minuti giocati con la casacca sambenedettese addosso.


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