Quando Petrangeli fermò Altobelli: «Le emozioni del Ballarin, uniche»


Abbiamo avuto la fortuna di scambiare qualche parola con il grande ex difensore della Samb, titolare nella storica vittoria contro l’Inter in Coppa Italia nella stagione ’83/’84: Giancarlo Petrangeli.

Con quasi 200 presenze in sei stagioni si può dire che sei stato una delle bandiere della Samb degli anni Ottanta.

Sì, soprattutto per il mio modo di giocare che piaceva molto ai tifosi. Mi sono trovato molto bene in quegli anni. San Benedetto, per me, è diventata una sorta di seconda casa. Inoltre, ho avuto la fortuna di essere protagonista in anni positivi per la squadra, visto che abbiamo sempre centrato la salvezza.

Gli attaccanti più forti che ti sei trovato a marcare?

Oltre a tanti buoni centravanti in Serie B, ho avuto la fortuna di marcare giocatori di livello assoluto. Trovarsi fianco a fianco a gente come Vialli, Giordano e Rossi è stato per me motivo di grande soddisfazione. Difficile scegliere il più forte tra di loro. In occasione della vittoria contro l’Inter in Coppa Italia (2 – 0) fu molto difficile marcare “Spillo” Altobelli, giocatore bravissimo nello smarcarsi.

Come è stato l’ambientamento nella piazza sambenedettese?

Non facile. Nonostante fossi arrivato dopo alcune stagioni da protagonista a Viareggio e Livorno, all’inizio dovetti sudare molto per conquistarmi un posto da titolare. Con il passare delle giornate, però, mister Sonetti mi diede sempre più fiducia, schierandomi quasi sempre nell’undici iniziale.

Che sensazioni ti ha dato giocare con la Samb?

Grandissime. Giocare a San Benedetto per me è stato il massimo. Devo ammettere, però, che l’atmosfera che respirava al Ballarin era unica; gli avversari, al solo ingresso in campo, erano già intimoriti. Sono ancora molto legato alla piazza, tant’è che spesso e volentieri vengo in città per rivedere qualche amico.


Daniele Bollettini

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