Persico (medico Samb): «La Serie C non può tornare in campo»


La Serie C non può tornare in campo. Chiara è la posizione dello staff medico della Samb riguardo la possibile ripresa del campionato e al protocollo sanitario a cui si dovrebbero attenere tutti i club di Lega Pro.

«La nostra linea non è cambiata, così come non è cambiata quella della maggior parte dei medici delle altre squadre di Serie C – ha detto il dottor Mauro Persico in un’intervista pubblicata sul sito ufficiale del club rossoblù –. Attualmente non ci sono le condizioni per tornare a giocare: del virus si conosce ancora molto poco. Leggo di dichiarazioni di colleghi che parlano di un virus clinicamente morto, ma non ci sono attualmente evidenze scientifiche per poterlo affermare. Di certo la situazione è cambiata, la curva dei contagi è in calo, merito probabilmente dei comportamenti messi in atto dalle persone che ora sono più attente, ma da qui a dire che siamo fuori dall’emergenza mi pare azzardato».

Posizione netta, quella del dottor Persico, anche nei confronti del protocollo sanitario, che nelle ultime settimane ha subito delle modifiche.

«Non mi pare più permissivo del precedente e comunque non tiene conto della nuova situazione epidemiologica. La cosa che è rimasta invariata comunque è quella che riguarda la responsabilità anche penale del medico sociale, motivo per cui già 4-5 colleghi di Serie C hanno rassegnato le proprie dimissioni ed è questa la linea che seguiremo: ci confrontiamo continuamente con tutti gli altri dottori e con il nostro portavoce, il dottor Alberto Ghezza, medico della Feralpisalò, che in questi giorni ha sintetizzato in una lettera il nostro punto di vista condiviso, che di fatto era già stato espresso anche nell’incontro con i vertici della Lega Pro di qualche settimana. Poi la FIGC nell’ultimo consiglio federale ha disposto la ripresa dei campionati, ignorando la nostra posizione e quella dei presidenti di Serie C. Posso capire gli interessi economici non di poco conto che ci sono in Serie A e in Serie B ma nella nostra categoria è tutt’altra storia per svariati motivi».


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