Ora salviamo la stagione: Sudtirol-Samb, IL COMMENTO


SUDTIROL-SAMB FINISCE 2-1, LA CRONACA

MAGI: «SCONFITTA CHE CI FA ARRABBIARE»

di Alessio Perotti

Sul palcoscenico del Druso di Bolzano alle pendici dell’anfiteatro naturale rappresentato dai Monti Sarentini ha recitato la parte della vittima sacrificale la truppa agli ordini di Magi, che ha denotato progressi non sufficienti però ad invertire la rotta. Il ripristino del trainer pesarese non ha quindi innescato la svolta auspicata: 1 punto in 2 partite, sorprendentemente simile all’avvio di Roselli, che pareggiò in casa col Monza e fu annichilito a Ravenna, ma se ci pensiamo anche logicamente, perché la Samb è sempre la stessa con difetti mai corretti (colpevolmente dalla società visto l’immobilismo nel mercato di Gennaio, al di là della necessità di Fissore in luogo del lungodegente Di Pasquale). Non si vince da 7 turni (2 al Riviera e 5 fuori), Magi addirittura non ha mai centrato il successo sulla rovente panca rossoblù e nonostante qualche lodevole tentativo di dare una raddrizzata ed un senso alla fase offensiva la tiritera non cambia. Anzi addirittura peggiora, visto che per la prima volta dall’inizio di un girone di ritorno, molto inferiore alle aspettative cullate alla promettente conclusione di quello d’andata, la media punti scende al di sotto del minimo sindacale di 1 punto a partita: 14 punti in 15 incontri, roba da play out senza discutere. Alle problematiche in campo se ne aggiungono poi altre. Innanzitutto quelle di spogliatoio visto l’appiedamento di Calderini, il cui “ectoplasma” è stato lasciato poltrire in Riviera per questioni fisiche e psicologiche. Un calciatore questo assolutamente da recuperare nell’abbrivio finale per lasciarsi perlomeno con una pacca sulle spalle. E poi ovviamente non si può tralasciare il leit-motiv settimanale, scritto sul pentagramma societario, dove abbondano purtroppo note basse se non stonate. Ma questo fanatico dei social che è diventato patron Fedeli si ricorda che in quattro anni non ha subito nemmeno il minimo alito di contestazione dal vivo, pur avendo più volte punzecchiato il pubblico sambenedettese? Gli sovviene che da quella sequenza di lettere che non vuole più pronunciare (San Benedetto) ha anche ricevuto qualcosa, sia in termini di più volte sottolineata stima che di ritorni economico-commerciali? La bilancia non pende certo dalla sua parte, diciamo salomonicamente che è in equilibrio. E allora che fare? Spetta all’appassionata tifoseria nostrana stringersi una volta di più a coorte attorno a questa afflitta squadra, per ridarle una certa dignità, se non altro come rappresentante della nostra storia, e per condurla prima possibile almeno al porto della salvezza.


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