Max Zazzetta: “Dalle giovanili Juve alle nuove leve della Samb”

In “Parola di ex” l’ex terzino rossoblù si confida a 360 gradi. Dal contratto firmato con la Juventus agli infortuni che ne hanno falcidiato la carriera. L’attuale allenatore degli Allievi parla poi delle prospettive future per il settore giovanile…

PAROLA DI EX

MASSIMILIANO ZAZZETTA

 

Raccontaci i tuoi esordi. Da dove sei partito, il tuo arrivo a Torino e la tua carriera…

Arrivai al settore giovanile della Juve dopo aver giocato con Esordienti e Giovanissimi della Samb. Mi trasferii nel '93 a Torino e ho giocato con le giovanili per cinque anni. Dopo aver firmato il contratto con la Juve, mi hanno mandato in prestito in alcune società per farmi crescere. Una svolta purtroppo non positiva ci fu dopo la vittoria del campionato a Pisa. Un infortunio mi ha tenuto fermo per troppo tempo, a vent'anni è stato difficile ricominciare. Sono rimasto comunque nel professionismo giocando sempre in società di serie C.

Il ritorno a San Benedetto?

Stavo per rinnovare con il San Marino, in C2. Sono stato contattato da San Benedetto e ho voluto partecipare al progetto di rinascita della Samb. Partii dall'eccellenza trovando un gruppo fantastico e amici importanti. In panchina c'era Ottavio Palladini che è, per me, una figura fondamentale. Ho sempre sentito la sua fiducia e questo mi ha permesso di giocare con serenità. Il ricordo più bello è la rinascita della città, della squadra, dopo il fallimento. In quel momento negli occhi di quella squadra e della società c'era qualcosa di nuovo, di duraturo (si sperava).

Com'è fare l'allenatore e lavorare con i giovani della Samb?

Il passaggio tra calciatore e allenatore è complicato. Palladini mi chiamò proponendomi il progetto del settore giovanile della Samb. Ho iniziato a studiare per ottenere il Patentino Uefa B mentre allenavo i Giovanissimi. Siamo arrivati alla finale regionale ed è stato un ottimo risultato. Ho sempre avuto un bel rapporto con lo staff e ogni confronto ci ha reso più forti. Questo ha indubbiamente incrementato la mia esperienza.

Uno sguardo al futuro. Che cosa serve alla Samb per diventare grande?

Per far crescere la Samb e dare alla squadra un futuro si deve partire da una base. Esempi, in questo caso, sono il Carpi e il Frosinone che hanno lavorato per anni prima di arrivare dove sono. I giovani sono una risorsa importante. Al di là dei nomi dei giocatori di esperienza è importante promuovere i ragazzi. Vediamo 18enni che esordiscono in Champions', è sinonimo di un calcio che sta cambiando. Per questo è importante dare  alla prima squadra e al settore giovanile un impianto sportivo che possa essere definito "Casa". Una identità, una impronta, sia per i più giovani che quando entrano devono rendersi conto di "vivere" la Samb, che per i calciatori più maturi. Attualmente stiamo vivendo una situazione dispersiva: dobbiamo dire grazie alle società che ci mettono a disposizione i loro campi, ma ci alleniamo a Monsampolo, al Ciarrocchi e al Campo Europa. Una vittoria importante, in ottica futura, sarebbe riuscire a creare questa realtà.

 

Domenico Del Zompo

 

(L'intervista sarà presenta anche sul numero di domenica de La Gazzetta Rossoblù)

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