Matelica-Samb 1-0, IL COMMENTO | Ricompattarsi per avere un futuro


MATELICA-SAMB 1-0, LA CRONACA

MONTERO: «I RAGAZZI HANNO DIMOSTRATO PROFESSIONALITÀ»

Ci risiamo allora, rieccoci ad improvvisarci avvocati, notai, commercialisti, esperti di contabilità, come avveniva dal 1993 (allora cominciarono i guai di Venturato, che sarebbero sfociati nel primo fallimento del 1994) prima della “pax augustea” degli ultimi 8 anni, seguita all’ultimo crac del 2013 post-promozione in Seconda Divisione, anche se non mancarono brividi nel luglio del 2015 quando all’epilogo della gestione Moneti e prima dell’avvento di Fedeli si presentò nel ritiro pre-campionato di Serie D a Serravalle di Carda appena un manipolo di una decina di calciatori agli ordini di De Patre e Matricciani. Mentre Serafino continua ostinatamente a provarci, chiedendo ulteriore tempo per raggranellare il quantum economico (e non sono proprio quattro becchi…) per tenere in piedi una ormai fatiscente baracca, come d’altronde tentò di fare sino all’ultimo minuto Soldini quando addirittura era già riunita la Camera di Consiglio del Tribunale di Ascoli, sembra ormai spianata la strada verso il quinto fallimento, anche se le tempistiche sono tutte da decifrare. A questo proposito prendiamo tre precedenti esiti fallimentari, che non hanno pregiudicato il mantenimento della categoria, come riferimento. Quello più vicino temporalmente è avvenuto a Vicenza nella stagione di Serie C 2017/18: con un passivo di quasi 20 milioni il club biancorosso fu dichiarato fallito a metà gennaio 2018; a maggio si tenne l’asta fallimentare che si aggiudicò l’attuale patron Renzo Rosso per un milione, provvedendo poi all’iscrizione in Serie C e ottenendo la promozione in Serie B lo scorso anno. Procedimento più rapido per l’Ascoli nella stagione di Lega Pro Prima Divisione del 2013/14 (quella senza retrocessioni): fallimento a metà dicembre 2013 (passivo addirittura di 35 milioni) e titolo acquisito all’asta ad inizio febbraio 2014 da Francesco Bellini per circa 800mila euro; il suo nuovo Ascoli poi regolarmente iscritto sarebbe stato promosso in Serie B nel successivo campionato 2014/15 grazie all’incredibile pasticcio del Teramo di Campitelli, giunto in vetta sul campo. Arriviamo quindi a ritroso a quello che ci riguarda più da vicino: il fallimento della Samb di Soldini nel 2006. L’iter fu molto simile a quello, che si sta tristemente ripercorrendo in questi giorni, con la pentola scoperchiata a metà marzo e il fallimento dichiarato all’inizio di maggio (tra i 2 e i 3 milioni di passivo), nonostante le reiterate inventate rassicurazioni di Soldini, abbandonato nel progetto Samb da uno pseudo-finanziatore mai svelatosi (similitudini davvero sorprendenti con l’attuale strampalata gestione). Poi ad inizio giugno, come noto, i Tormenti si aggiudicarono l’asta sulla base di circa 600mila euro e riuscirono ad iscrivere la Samb in Serie C1 dopo l’impresa sul campo di Macaluso e compagni. Nel frattempo, tutto l’ambiente rossoblù si compattò meravigliosamente attorno ai calciatori, divenendo un unico popolo con loro: questo intanto occorre ora, ricordando le parole di bomber Chimenti, allora in panchina con Voltattorni, subito dopo il successo ai play out contro il Lumezzane: “Il cuore rossoblù non muore mai!”.

Alessio Perotti

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