Gravina e l’ultimatum al Modena: «O si gioca o sarà radiazione»

Al di là di quello che è l’ambito sportivo, nel girone B di Serie C, negli ultimi tempi ci si è concentrati sulla questione Modena. Sembra, tuttavia, che l’argomento sia sempre più vicino ad esaurirsi. Dopo lo sfogo di Bisoli (QUI) e tante altre prese di posizione da parte degli addetti ai lavori inizia a vedersi una luce in fondo al tunnel. Attenzione. Non necessariamente, purtroppo, vuol significare un risvolto positivo per la squadra e la tifoseria canarina, ma semplicemente una fine. I guai sono tanti: si parte dai debiti che hanno portato alla chiusura (e relativo sfratto) dal Braglia, alla messa in mora attuata dai tesserati (QUI) stufi del comportamento della società ed intenzionati ad andarsene da svincolati fino alle due gare non giocate per l’indisponibilità dell'impianto. E questa è la motivazione che più di tutte indirizza verso la fine questa fustigazione. PadovaSport.tv ha raccolto le parole del presidente Gravina che lasciano spazio a poche interpretazioni: «Non è pensabile arrivare a metà settimana senza sapere se si gioca. Ne va di mezzo la dignità di un intero movimento, di tutta la nostra categoria. Siamo arrivati al capolinea, per me il limite è rappresentato dalla salvaguardia dell’interesse delle altre società, una Lega responsabile non può permettere che per colpa di qualcuno siano danneggiati tutti. So che questa persona (Taddeo, attuale presidente del Modena, ndr) deve prendere una decisione oggi, ebbene, entro oggi decideremo tra due sole opzioni: o si gioca o sarà radiazione. Basta rinvii. A inizio stagione non avevamo alcun sospetto: ci sono parametri e regole oggettive e se l’organismo di vigilanza ci segnala che vengono rispettate, per noi va bene così. Niente contro la città di Modena, ma non possiamo concedere altra fiducia».

Redazione

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