E’ ormai trascorsa più di una settimana dalla vittoria nello scontro diretto di Viterbo che ha dato l’accesso alla Serie A da parte della Fi.Fa, Security Unione Rugby Samb e si continua a festeggiare quello che è un risultato storico sia per la società rivierasca ma anche per la città di San Benedetto. Il presidente Edoardo Spinozzi è il primo che ha sempre creduto di raggiungere la massima serie: «E’ un traguardo prestigioso quello della Serie A e continuiamo a festeggiare insieme ai nostri tifosi.
Ad inizio stagione ci eravamo parlati con giocatori e staff e avevamo detto che avremmo voluto essere protagonisti dopo il buon campionato dello scorso anno e di stare nella zona alta della classifica. Siamo stati in testa sin dalla prima giornata e man mano che passavano le partite è cresciuta in noi la voglia di rimanerci in quanto ci piaceva molto essere li e quella posizione non l’abbiamo più abbandonata».
C’è stato un momento in cui ha temuto di perdere la Serie A?
«Beh direi di no. Ci è dispiaciuto perdere contro la Capitolina in quanto ci sarebbe piaciuto vincere tutte le partite ma forse quella sconfitta ci ha fatto tornare un po’ con i piedi per terra e ci ha fatto capire che la Serie A non era scontata ma avremmo dovuto sudarcela e la vittoria contro l’Alto Lazio è stato il suggello dell’intera stagione».
State già lavorando in vista di questa nuova avventura?
«Ancora no ma tra qualche giorno ci metteremo a tavolino per costruire una bella rosa per ben figurare anche in massima serie anche se credo che la base sia già molto buona. Sicuramente ci sarà un ampliamento a livello tecnico e posso dire sin da ora che la squadra di Serie C fungerà da cadetta e tutti i giovani che usciranno dal nostro settore giovanile faranno l’esperienza in cadetta prima di magari poter esordire in prima squadra».
Lei prima era giocatore e poi è diventato dirigente, probabilmente sognava di arrivare in A
«Tutti i lavori a livello di strutture che abbiamo fatto in questi anni, non ultima la nostra tribuna in legno al Mandela, sono stati fatti in un’ottica di crescita. L’approdo in A è un sogno che si avvera ma rimane un trampolino di lancio in quanto a me piace puntare sempre più in alto».