Con questa mia al presidente Massi…

Caro Vittorio Massi,

è innanzitutto veramente con grande piacere averla come massimo rappresentante rossoblù dopo aver dimostrato con il miracolo Porto d’Ascoli ottime qualità organizzative, nonché apprezzabili conoscenze calcistiche, assieme ai suoi più stretti collaboratori, praticamente traghettati in toto in questa nuova avventura. Sembrava quella tra lei e la Samb una “convergenza parallela”, negli ultimi anni sempre sul punto di incrociarsi, ma per qualche motivo puntualmente rimandata, invece eccola finalmente materializzata, come auspicato già da tempo dalla tifoseria rossoblù. Ci auguriamo proprio che possa essere lei quel “veltro dantesco” in grado di riportare orizzonti rosei nell’ambiente sambenedettese, da troppo tempo oscurato da gestioni societarie a breve respiro o comunque, anche nel caso di proprietà più longeve (4 anni di Gaucci e 5 di Fedeli), senza concrete prospettive di lungo termine. Certo dopo le pacche sulle spalle e i sorrisi a 32 denti arriveranno anche altri tipi di situazioni, meno allegre, ma lei dovrà dimostrare di possedere spalle larghe per tirare dritto e spendersi, come ha encomiabilmente fatto in questo primissimo periodo, decisamente ed unicamente per il bene di una squadra, per cui altri nel glorioso passato rossoblù hanno di fatto dato la vita. Fare il grande salto da una tranquilla società di quartiere ad un sodalizio dall’ingombrante storia e costantemente sotto le luci dei riflettori di un intero territorio non è proprio una passeggiata sul lungomare e già per il coraggio dimostrato nell’imbarcarsi in questo viaggio le va indubbiamente riconosciuto un grosso merito. Cosa chiederle ora? Giusto qualcosina in base alla mia esperienza gliela voglio sottoporre, anche se sono convinto che si tratta di aspetti di cui è già pienamente consapevole.

1) Solidità amministrativa/economica della società: indispensabile per una pianificazione a medio-lungo termine. È alla base di ogni successo: magari i risultati sportivi non è detto che arrivino subito, ma alla fine con una sana politica societaria senz’altro giungeranno.

2) Trasparenza e chiarezza negli obiettivi: fondamentale un rapporto schietto con la tifoseria, che dopo tanti ceffoni non vuole certo più sentirsi illusa. È decisamente vitale curare un’efficiente comunicazione con tutto l’ambiente, aspetto in cui ad esempio latitò la gestione Fedeli, che, pur affidabile economicamente, si isolò sempre più fino al definitivo distacco.

3) Vivaio: gli andrebbe dedicato almeno il 20% del budget. Sarebbe bello ricreare quella “cantera” rossoblu che negli anni Ottanta e nei primi Novanta sfornò fior di calciatori in Serie B e Serie C (tanto per citarne alcuni, Lunerti, Romiti, Ficcadenti, Turrini, Cardelli, Bonaiuti, Vecchiola, Palladini, lo stesso Max Fanesi, Parlato, Cudini, ecc.). Poi quand’è che il fiorente settore giovanile rossoblù sfiorì? Proprio quando a partire dai primi anni Novanta la società ha iniziato quel percorso da montagne russe in mano a proprietari disinteressati al territorio e senza lungimiranza. Indubbiamente non è in Serie D che sarà redditizio economicamente, ma già a partire dalla Serie C potrà anche rappresentare una concreta fonte di autofinanziamento.

4) Evitare il protagonismo: mi creda, dopo questa sua comprensibile sovraesposizione iniziale, sarà bene in generale fare più un passo indietro che uno avanti mediaticamente e soprattutto stare alla larga dai social. Indubbiamente meglio ispirarsi ad un profilo “zobolettiano”.

5) Infine, magari fumi qualche sigaretta in meno durante le partite, perché l’abbiamo vista esagerare un po’ già durante il precampionato… lei ci serve in salute per tanti anni…

Scherzi a parte, intanto alla vigilia del suo primo campionato le auguro veramente con tutto il mio cuore rossoblù il meglio e anche più, perché tutti i suoi sforzi organizzativi/economici e il prezioso tempo che sottrarrà a lavoro e famiglia siano ripagati con gli interessi. E ovviamente la ringrazio vivamente insieme ai suoi sponsor e partner per aver salvaguardato la storica identità del nostro territorio, perché come ben espresso nel suo “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” da Enrico Brizzi: “San Benedetto è la città dove gioca la Sambenedettese”.

Con stima e rispetto
Alessio Perotti

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