Capuano-Di Massimo, Fedeli: «Così non lo permetto, ma ora è tutto risolto»

“Le parole sono importanti” diceva Nanni Moretti in Palombella Rossa nel 1989. Le parole di Capuano al termine di Samb-Reggiana non sono certo passate inascoltate e il riferimento era proprio verso Alessio Di Massimo reo, nel match, di aver preferito una soluzione personale ad un codice provato e riprovato in allenamento e che avrebbe liberato Rapisarda in solitaria davanti a Facchin.
Il caso nasce e muore nell’arco di un paio di giorni tra le parole dello stesso tecnico, che fa la parafrasi della sua conferenza, e quelle del presidente Franco Fedeli. Capuano spiega:

«Di Massimo? È stato montato un caso che non esiste. Io credo che un allenatore abbia il dovere di intervenire in questi frangenti. Nell’immediatezza del dopo gara, dove io sono sempre connesso col cervello, ho detto che abbiamo preparato delle giocate e che ho visto una grave fase di egoismo. Io in quel momento l’ho interpretato come un codice non rispettato. È normale che un allenatore debba farsi seguire e per questo deve farsi rispettare. Una persona che gestisce più persone deve essere credibile. Io ho detto di essere rimasto deluso per quanto visto e con il giocatore ho parlato nello spogliatoio subito dopo il fischio finale».

Il numero uno di Viale dello Sport liquida così il problema, in diretta a VeraTv:

«Quelle esternazioni del mister sono una cosa che non permetto, ci sono modi e modi… Parliamo di un ragazzo di vent’anni che ha delle responsabilità. Comunque la cosa è già stata risolta».

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