Un girone da record. Il punto di Alessio Perotti

Contro il Matelica Palladini ha terminato il suo personale girone alla guida della Samb. Un cammino straordinario, quello dei rossoblù, che hanno sbaragliato la concorrenza per la Lega Pro…

E’ iniziata con la bella passerella dei due patron Fedeli e Canil (cinto di sciarpetta rossoblu), e’ finita con l’abbraccio festoso tra giocatori, allenatore e tifosi la memorabile giornata vissuta a Matelica, immortalata dalla diretta televisiva. In un assolato pomeriggio di anticipo primaverile e calcistico la Samb ha voluto “fortissimamente” i tre punti e alla fine li ha meritatamente ottenuti. Chi si aspettava di vedere i rossoblu in trincea a difendere contro un offensivo Matelica quel punto, che sarebbe comunque stato utile per conservare il distacco, al Giovanni Paolo II ha assistito esattamente al contrario. Sono stati Sabatino e compagni a menare le danze contro i biancorossi votati alle ripartenze, tanto che pur in svantaggio proprio una di queste ha fruttato il penalty del momentaneo pari. A Matelica la capolista ha confermato la capacità di andare sempre in gol e l'imbattibilita’ in trasferta, dove tralaltro ha sempre vinto tranne che a Fermo e ad Ascoli. Si e’ chiuso cosi’ nel migliore dei modi il personale girone di Palladini, un girone da urlo. 14 vittorie e 3 pareggi (tutti per 1-1) sono un record da consegnare agli annali ed anzi Ottavio, da buon perfezionista, continua a recriminare per quel pari regalato alla Recanatese. A chi lo taccia di difensivismo vorrei ricordare questo: sapete qual’e’ stata la prima nazionale a giocare con un difensore in piu’, schierandone quattro anziché i tre previsti dal modello tattico vigente allora del sistema? Il Brasile. Sembrerebbe un paradosso calcistico, che proprio il Paese famoso per la sua mentalita’ spettacolare abbia adottato un modello tattico piu’ accorto, ma proprio quella mossa del tecnico di origini italiane Feola, unitamente ovviamente alle qualita’ di Didi’, Vava’ e Pele’, fece vincere ai carioca il loro primo titolo mondiale in Svezia nel 1958. Questo per ribadire che una squadra deve poggiare necessariamente su equilibri, abbinando la propensione a far gol con quella imprenscindibile di non prenderli, e proprio qui d'altro canto e’ mancato Beoni. Tornando all’imperioso cammino rossoblu, e’ stato sigillato alla grande il temibile tour de force della prima metà del girone di ritorno, in cui la Samb non solo non ha vacillato ma ha anche collezionato quattro punti in piu’ delle stesse giornate dell’andata, incrementando oltretutto di due lunghezze il distacco che aveva maturato al termine del girone d’andata. Ovviamente nessun traguardo e’ stato tagliato e spesso nel calcio le cose difficili vengono rese facili e viceversa, ma una formazione che batte consecutivamente le due inseguitrici e che e’ capace di vincere in casa loro puo’ a questo punto solo lei per recondite ragioni buttare il campionato. Infine una parola vogliamo spenderla per Mario Titone, a cui talvolta si rimproverano vanità e individualismo, caratteristiche che in parte un attaccante e’ persino giusto che abbia. Esultando nel pianto di fronte ai nostri supporters dopo il suo gol ha ancora una volta ribadito il suo cuore d’oro e il suo scopo morale, che poi e’ lo stesso di mister Palladini, che ci giocava assieme: riportare la Samb tra i professionisti, cancellando il triste ricordo di quella retrocessione maturata a Lecco nel 2009. Bravo Mario, assieme ai tuoi compagni ci stai riuscendo!

Alessio Perotti

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