Samb, Renzi: «Donati è maniacale, vive per il calcio. E io credo tantissimo nei giovani»


RENZI: «DONATI E PORCHIA, CI CREDO TOTALMENTE»

DONATI: «INESPERTO? NON MI TOCCA. DARÒ TUTTO ME STESSO»

«Ho voluto puntare su dei profili giovani, che avessero voglia di emergere». Roberto Renzi non è il tipo che guarda alla carta di identità, o al pedigree, prima di fare alcune scelte; preferisce affidarsi alle sensazioni face to face, come avvenuto per la doppia scelta di Massimo Donati e Sandro Porchia, nuovi allenatore e direttore sportivo della Samb.

Nel corso dell’intervista rilasciata alla redazione della Gazzetta a margine della conferenza stampa di presentazione di mister e d.s., Renzi ha spiegato la sua filosofia. «Io punto molto sui giovani, anche nel mio lavoro a Roma: il mio capo ufficio tecnico ha 31 anni e coordina 18 ingegneri – le parole del presidente rossoblù –. Nei ragazzi credo tantissimo e penso che se uno è bravo è giusto che riceva delle opportunità, a prescindere dall’età».

Cosa, dunque, lo ha colpito di Massimo Donati per portarlo ad affidargli una panchina importante come quella della Samb?

«Il mister è maniacale, lo abbiamo visto anche nel corso della conferenza. Lui vive per il calcio: se stai cinque ore con lui a chiacchierare, lui parla di calcio per 5 ore e mezza e ti dice di tutto. Io a volte lo devo fermare. Vuole conoscere tutto, nei minimi dettagli. È una persona che vive per il calcio».


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