Mantova-Samb 1-1, LA CHIAVE TATTICA | Il genio di Botta non può bastare sempre


MANTOVA-SAMB 1-1, LA CRONACA

MONTERO: «ABBIAMO AVUTO L’ANSIA DI VINCERE»

SERAFINO: «DOBBIAMO FARE PIÙ PUNTI POSSIBILI»

Infortuni, squalifiche e mancanza di allenamenti hanno portato Montero a schierare una Samb sperimentale al Martelli di Mantova, con un inedito 4-4-2. Tra le scelte obbligate c’è stata quella di schierare Botta come seconda punta a supporto di Lescano: mossa che era stata fatta spesso da Zironelli prima di arrivare ad un atteggiamento tattico più offensivo col diez in posizione da diez, ovvero da trequartista dietro le due punte. Situazione di gioco che si è verificata nel secondo tempo con l’ingresso di Padovan, con la Samb che in 11 contro 10 si vedeva costretta ad osare qualcosa in più per arrivare alla vittoria. Ad osare, però, col pallone tra i piedi è sempre e solo quel giocatore lì, quello che con la sua classe trascina la squadra, segna gol strabilianti su azione o da fermo, firma assist e provoca autogol (vedi trasferta di Gubbio). La Samb è Ruben Botta, e quando hai un giocatore del suo talento è naturale che sia così e che su di lui gravi gran parte del peso tecnico della squadra. In 11 contro 9, però, non si può contare sempre solo ed esclusivamente sulle giocate di un singolo elemento, perché poi quando Botta non c’è (come nelle recenti sfide con Padova e Fano) o quando la sua stella non brilla (Fermo) allora il potenziale della Samb regredisce terribilmente. La speranza è che a sopperire – almeno in parte – a questa mancanza di tecnica e personalità sia l’ultimo arrivato Ivan Rossi, che con solo un paio di allenamenti nelle gambe sembra aver già dimostrato di potersi calare bene nella realtà sambendettese. Il resto del lavoro toccherà ai rientranti (mercoledì ci sarà di nuovo l’imprescindibile Angiulli) e soprattutto a mister Montero.


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