Il sistema calcio spera di ripartire ma in Serie C sarà ancora più difficile


Il mondo dello sport continua ad interrogarsi sul futuro in questo periodo di emergenza Coronavirus. Il calcio è l’unico ramo che ad ora non ha deciso di annullare o terminare i campionati 2019/20 perché le varie leghe professionistiche sperano tutte di poter portare a termine la stagione, anche andando oltre il termine del 30 giugno in cui scadono i contratti di calciatori e staff con le rispettive società. Il presidente della FIGC Gabriele Gravina spera di poter ripartire nella seconda metà di maggio, per questo ha ipotizzato la fine di aprile come termine per effettuare test e controlli sanitari agli sportivi prima della ripresa degli allenamenti. Anche quando si sarà entrati in questa fase, però, non si potrà prescindere dalle indicazioni degli esperti e adottare misure di distanziamento sociale anche all’interno degli impianti sportivi. Ecco perché la ripartenza potrebbe essere più complicata del previsto per la Lega Pro rispetto alle due leghe superiori. In Serie C la disponibilità economica dei club è nettamente minore e questo potrebbe comportare gravi problemi a seguire tutte le indicazioni di un protocollo sanitario che si renderebbe necessario in caso di ripresa del campionato. Anche per questo il presidente Francesco Ghirelli si è rivolto direttamente alle “sue” società nel giorno di Pasquetta per lanciare un messaggio chiaro: «Nessuno dall’esterno ci dirà cosa fare» (VEDI QUI).


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