Fi.Fa. Security Unione Rugby, Laurenzi: «Arrivare in finale era il nostro obiettivo da febbraio 2020»

La Fi.Fa Security Unione Rugby San Benedetto battendo Chieti 73-22 ha conquistato l’accesso alla finale contro Olbia dove in palio c’è un posto in Serie B, finale di andata e ritorno. Coach Alessandro Laurenzi non nasconde come sia stato difficile giocare complice il grande caldo:

«Domenica è stata veramente dura giocare con un clima molto caldo e si faceva fatica a respirare. I miei ragazzi sono stati molto bravi a interpretare la gara anche se in qualche frangente abbiamo avuto dei break mentali però ci può stare. 

Nei play off abbiamo vinto nove gare su dieci che unite a quelle della regular season ci fa ritenere più che soddisfatti. Ora siamo in finale contro Olbia e abbiamo una decina di giorni per prepararla; sembrano tanti ma poi il tempo non basta mai in quanto corre velocemente e vorresti mettere a punto tutto e magari non ce la fai, soprattutto per noi che non siamo professionisti».

Avete già visto l’Olbia?
«Sì, io l’ho vista giocare e debbo dire che è una delle poche squadre che ha fatto una scelta abbastanza definita in quanto ha nella propria rosa due-tre giocatori che arrivano da categorie superiori e come società ha l’obiettivo di andare in B. Cito tra tutti il numero 10 Marco Anversa, ex del Viadana che è un cecchino infallibile che mette a referto dai 15 ai 20 punti in classifica e dovremo essere molto attenti a non dargli la possibilità di calciare in mezzo ai pali. In più ha un gioco al piede molto efficace e dovremo prepararla bene. In Sardegna non essendoci un grosso movimento rugbistico, si attinge da fuori regione e gli atleti che vedono la propria carriera verso la fine fanno la scelta di scendere di categoria anche spinti dal clima e dal rimborso non indifferente».

La finale si giocherà in due gare dove per la promozione in Serie B varrà la differenza punti.
«Si noi giocheremo la prima ad Olbia e ritengo che questa sia la gara più importante tra le due perché se riuscissimo a limitare i danni al culmine di una buona prestazione in casa nostra e sulle ali dell’entusiasmo, potrebbe essere un’altra cosa.

Quello che dobbiamo fare ora è cercare di giocarci le nostre possibilità mettendoci in una buona condizione fisica e anche mentale poi quello che accadrà sul campo sarà il frutto di episodi e scelte tattiche legate a quel momento».

Quando avete iniziato la stagione pensavate di arrivare fino a qui?
«È sempre stato un nostro obiettivo dal 2020 ossia da quando iniziò la pandemia e noi perdemmo 12-5 a Piacenza con una squadra che aveva collezionato dieci vittorie su dieci. Ricordo che era il 19 febbraio e al ritorno in autobus noi ci dicemmo: “Battiamo in casa il Piacenza e andiamo in finale”. Poi ci sono stati questi due anni di stop e quando abbiamo ricominciato avevamo l’idea di conquistare la finale.

In questi anni abbiamo costruito uno staff interessante con un preparatore fisico, uno atletico, un allenatore degli avanti e da poco anche un mental coach. Anche se i nostri sono ragazzi non hanno un background né provengono da categorie superiori come nel caso dell’Olbia, hanno però l’idea di gioco, la preparazione fisica e la motivazione».

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