Dall’attenzione tattica alle rimonte: le alchimie di Giorgio Roselli


Con quella del Benelli sono ben 6 le rimonte rossoblù sotto la guida di Giorgio Roselli: tre complete (al Riviera con Imolese e Teramo e a Verona contro la Virtus Vecomp) e tre parziali (tutte in trasferta, a Fano, Meda contro il Renate e a Pesaro). Solo due volte invece è avvenuto il contrario, entrambe a domicilio al cospetto del Monza e della capolista Pordenone.


Segnale di una squadra che sa reagire caratterialmente ed è anche abile a mutare proficuamente atteggiamento tattico per riportarsi in partita. In particolare quest’ultimo aspetto è da sottolineare negli ultimi tre recuperi, visto che il tecnico umbro ha saputo cambiare al momento giusto lay-out, poi correttamente interpretato ed applicato dai suoi. Innanzitutto va rimarcata l’elasticità del 3-5-2 di Roselli, il modulo di base applicato dalla Samb a partire dal match casalingo contro il Pordenone (ma ad onor del vero sperimentato anche con poca fortuna da Magi), visto che in fase difensiva è diventato spesso 3-6-1 con l’arretramento di Calderini sulla linea dei centrocampisti e in quella offensiva 3-4-3 con l’avanzamento di Rocchi ad esterno d’attacco. Questo schema, che anche lo scorso anno portò nelle prime posizioni la Samb di Capuano, seppur duttile, può mostrare limiti nella spinta offensiva, se i laterali non appoggiano correttamente la manovra e le mezzali non creano superiorità numerica in fase di possesso e questo è avvenuto negli ultimi tre incontri, in cui Rapisarda e compagni non sono riusciti a creare più di tanto, subendo invece puntualmente la rete dello svantaggio. A queste situazioni ha posto rimedio Roselli con correttivi tattici in corsa, che dimostrano la flessibilità dei calciatori a sua disposizione e quindi la capacità di adattarsi a contesti diversi (alcuni come Gelonese ed Ilari sono risultati preziosissimi in ruoli non propri): vediamo come. A Meda e in casa contro il Teramo la mossa è stata simile: dentro De Paoli al posto di un laterale difensivo (l’ex Gemignani contro il Renate e l’infortunato Cecchini contro gli abruzzesi). Si è così passati ad un 4-3-3 con Celjak a destra e Rapisarda a sinistra come laterali difensivi e un tridente offensivo con Russotto libero di muoversi anche come trequartista. A Pesaro invece con gli stessi laterali schierati sin dall’inizio l’accorgimento è stato diverso: la pericolosità del tandem d’attacco di Colucci ha indotto Roselli a non rinunciare ai tre centrali difensivi, optando per il 3-4-3, con Rocchi-Ilari nel cerchio e davanti tre attaccanti di alto livello come Stanco, Russotto e Calderini, dei quali gli ultimi due bravi ad indietreggiare in fase di non possesso per riproporre il 3-6-1 in ripiegamento. È quindi una Samb camaleontica quella di Roselli, brava ad interpretare molteplici canovacci, anche se in certi casi sarebbe bene non aspettare troppo per proporre un atteggiamento più offensivo, soprattutto quando toccherà alla Samb fare la partita, come potrebbe capitare già sabato prossimo contro la Giana Erminio.


Alessio Perotti

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