Dalla festa di Recanati alle magliette ritirate contro il Chieti, Napolano: «Tutte le mie emozioni rossoblù»

L’attaccante si racconta in una lunga intervista: «Nel 2013 niente stipendi e campi d’allenamento, ma noi sempre concentrati. Vivo a San Benedetto, rapporto quotidiano con la piazza»…

Parole di ex, che fanno viaggiare le menti dei tifosi, specie se pronunciate da chi ha il cuore ancora legato a San Benedetto: Giordano Napolano, protagonista di tre stagioni in Serie D tra le fila rossoblù.

Per te tre stagioni in rossoblù: ti sei sempre trovato bene qui?

«Si, sono stati tre anni molto belli e intensi, ne conservo un bellissimo ricordo. Mi sono trovato molto bene, sia nelle prime due stagioni sia in quella del ritorno dopo il trasferimento, anche se sono arrivati risultati diversi».

Qual è uno dei ricordi più belli che ti lega alla Samb?

«Sicuramente la vittoria del campionato nel 2013, perché siamo giunti a quel traguardo attraverso molte difficoltà, e credo che questo renda quella stagione ancora più indimenticabile. Purtroppo ci sono stati altri problemi e la società non è riuscita ad iscriversi alla Lega Pro, ma oggi sono molto contento che la Samb sia tornata dove merita di stare».

Il momento più speciale di quell'annata?

«Senza dubbio la partita di Recanati, poi i festeggiamenti e il ritorno a casa tra i tifosi. Del resto San Benedetto è una grande piazza che merita almeno la Lega Pro. Eravamo un gruppo molto unito: in quell'anno ne abbiamo viste tante, perché oltre agli stipendi non percepiti c'erano anche altri problemi come la mancanza di campi di allenamento. Ognuno però era concentrato al 100% e c'era quella spensieratezza positiva che ci faceva andare sempre oltre le difficoltà».

Invece un ricordo negativo di quegli anni?

«Credo che il momento più difficile sia stato nella partita col Chieti, con l'episodio delle magliette. Purtroppo i risultati non arrivavano e la squadra era bloccata dal punto di vista psicologico, credo che quello sia stato il punto più basso della mia esperienza rossoblù».

Il gol più bello che hai realizzato con la Samb?

«La doppietta a Macerata è un ricordo che difficilmente andrà via, soprattutto il primo gol. Ricordo che ci seguirono in tanti da San Benedetto e festeggiare un gol del genere sotto i propri tifosi è stata una sensazione davvero bella».

A proposito dei tifosi, con loro c'è sempre stato un rapporto forte?

«Certamente, tutt'ora vivo qui e ho un rapporto quotidiano con la città e i tifosi. Mi trovo benissimo e non ho mai avuto problemi, poi ovviamente il calcio è un'altra cosa, e può regalare momenti difficili, soprattutto quando si gioca in piazze così calde e importanti, ma bisogna essere uomini per superarli e andare avanti».

Parlando di attualità, quest'anno giocherai con il Pineto: come ti senti per questa nuova avventura?

«Mi sento davvero carico, perché l'anno scorso avevo iniziato bene poi è arrivato un infortunio a compromettere la stagione. Ho cercato di recuperare con serenità e determinazione perché nel calcio queste cose possono succedere, ora mi sento pronto e ho una gran voglia di iniziare, per riscattarmi e riprendermi ciò che lo scorso anno non sono riuscito a ottenere».

Qual è il tuo obiettivo per quest'annata?

«Sono un tipo molto ambizioso: ho ancora tanta voglia di giocare, di vincere e fare gol. Spero di tornare ai miei livelli ottimali di forma e, perché no, arrivare a giocare in Lega Pro."

Magari con la Samb?

«Se dovesse succedere non esiterei, sarebbe un sogno e per me rappresenterebbe un traguardo molto importante».

Gianmarco Calvaresi

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