Antonio Camilli: «Il sogno di vestire il rossoblù e quelle similitudini con il 2013»

In «Parola di Ex» abbiamo intervistato il terzino, sambenedettese doc, che in estate ha pure iniziato l’avventura con la Samb Beach Soccer: «Un avvicinamento quasi casuale»…

Nella stagione 2012/13 si può dire che sei cresciuto di pari passo con quella che è stata l'ultima Samb che, almeno sul campo, si è conquistata la promozione tra i professionisti. Quali emozioni?

Uniche e fortissime: è stata un'annata passata tutta a rincorrere il San Cesareo e culminata con l'indimenticabile vittoria di Recanati. All'inizio non ero sempre tra i titolari, ma con il lavoro e la voglia di essere protagonista sono riuscito a ritagliarmi i miei spazi. Resta l'amarezza, però, per il fatto che tutto quello che siamo riusciti a costruire in quei mesi non è stato concretizzato.

Risultati, come si è spesso detto, ottenuti grazie alla compattezza del gruppo.

Basti dire che a distanza di anni, assieme a gente come Pazzi, Napolano, Carpani, Marini, Puglia e Santoni ci ritroviamo a cena per stare un po' insieme. Il nostro è stato davvero un gruppo fantastico: c'erano giocatori che avevano giocato anche ad alti livelli, ma che hanno sempre fatto sentire tutti, anche i più giovani, protagonisti.

Cosa prova un sambenedettese doc quando scende in campo con la maglia rossoblù?

E' difficile da descrivere, era qualcosa che avevo desiderato sin da bambino, sin da quando ho iniziato a giocare a calcio.

Trovi qualche somiglianza tra quella Samb e quella di oggi?

Prima di tutto la mano di Palladini, allenatore che sa forgiare un gruppo in maniera eccezionale. Ottavio cerca di coinvolgere tutti gli elementi che ha, lo faceva anche con me quando non giocavo spesso: mi diceva “Stai facendo bene, continua così, vedrai che prima o poi il momento arriva”. La Samb di oggi, comunque, è una squadra arcigna, tosta, che concede pochissimo: questo è quello che ci vuole in certi campionati.

In estate hai iniziato l'avventura con un'altra Samb, quella del Beach Soccer.

Il mio avvicinamento è stato quasi casuale, ma anche grazie a Luca Addarii – con cui oggi gioco nel Castignano – mi sono appassionato al Beach Soccer, che comunque è tutto un altro mondo rispetto al calcio. Questo mi ha permesso di fare nuove conoscenze anche a livello internazionale, oltre a vincere un trofeo come la Supercoppa Italiana: l'anno prossimo speriamo di migliorare il bottino.

Daniele Bollettini

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