SAMB-RAVENNA 0-1, LA CRONACA
PALLADINI: «FACCIO SOLO I COMPLIMENTI
ALLA SQUADRA, DI ARBITRI NON PARLO»
MASSI FURIOSO IN SALA STAMPA, A
MARCHIONNI DICE: «DOV’È IL FALLO?»
L’aveva detto in settimana il direttore sportivo Stefano De Angelis e se ne è avuta conferma contro il Ravenna, matricola (e ripescata) solo sulla carta, che ha timbrato il settimo successo consecutivo (una sola battuta d’arresto nel derby di Forlì) e che continua a condividere il primato con l’Arezzo, con cui domenica prossima andrà in scena lo scontro diretto al Benelli, appena un punto sopra l’inseguitrice Ascoli. Ha fatto praticamente il vuoto il trio di testa, mentre alle loro spalle, in attesa del recupero tra Juventus Next Gen e Campobasso, è bagarre con una classifica cortissima, che racchiude 10 squadre, ovvero mezzo campionato, in soli 3 punti.
Le 10 lunghezze di distanza tra romagnoli (a proposito sono davvero sgradite le visite al Riviera dall’Emilia Romagna, regione da cui provengono le formazioni che lo hanno già espugnato, Forlì, Carpi ed appunto Ravenna) e rivieraschi non si sono però affatto notate in campo, a conferma che questa Samb può affrontare con coraggio e la giusta dose di spavalderia chiunque. Peccato che il bel filotto di tre vittorie consecutive si sia ingiustamente infranto contro l’atteggiamento sparagnino degli uomini di Marchionni, che per la seconda volta in questa stagione mantengono inviolata la propria porta (sempre 1-0 in casa contro la Ternana), erigendo un vero e proprio bunker soprattutto in una ripresa, in cui raramente hanno varcato la linea di metà campo.
E peccato per quella topica difensiva, in cui a retroguardia schierata, Pezzola e compagni si sono fatti davvero ingenuamente infilzare da Luciani, alla terza marcatura stagionale, salito sul palcoscenico, a dispetto dei protagonisti annunciati, i bomber Tenkorang (capocannoniere con 6 reti, acciuffato dall’ascolano D’Uffizi) e il vice Eusepi con 5 centri. Le ha provate tutte Mancinelli, che ha guidato le operazioni dalla panchina dopo l’insensata espulsione di Palladini, probabilmente nuovamente squalificato dopo essere stato già appiedato per un turno in occasione della trasferta contro la Pianese. Prima rispolverando il 4-2-3-1 con l’ingresso di Sbaffo al posto di Moussa Touré, poi nel finale con Iaiunese per Tosi con una sorta di 3-2-3-2 e praticamente 5 attaccanti, ma la caparbietà e lo spirito mai domo di Eusepi e compagni non hanno ricevuto il giusto premio.
Così come gli oltre 8000 del Riviera per una festa sugli spalti (oltre a quella del patrono San Benedetto) che purtroppo non ha trovato il corrispettivo in campo, ma che fanno proprio pensare a quanto scriveva Gianni Mura a proposito del pubblico del Maracanà: il vero spettacolo sono loro, i tifosi, ed il calcio appare solo un pretesto per un collettivo e condiviso rito. Ciononostante, il Riviera viene nuovamente violato (3 volte su 5, onestamente troppe) a fronte dell’attuale imbattibilità esterna e questa è una pecca da sanare sin dal prossimo appuntamento casalingo, contro il Guidonia, dopo il doppio turno in trasferta a Livorno e nel derby di Ascoli, perché la Samb non può non capitalizzare la spinta dei suoi straordinari tifosi e far tornare il proprio stadio ad essere un autentico fortino.
Lasciamo perdere di appellarci alla sfortuna e ad errori arbitrali e concentriamoci a correggere ciò che non è andato, in particolare leggerezze difensive del primo tempo, mancanza di rapidità negli ultimi sedici metri e di saltare l’uomo (a parte un paio di spunti di Konaté, qualità necessarie quando gli avversari si arroccano nella propria area. Perché come diceva Nelson Mandela, o vinco o imparo: ed allora con umiltà e perseveranza continuiamo ad imparare.
Alessio Perotti
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