Rosa Samb, potenzialità tutte da scoprire

Hanno fornito indicazioni contrastanti gli ultimi due test match disputati dalla Samb contro formazioni di livello inferiore a Foligno e Mosciano, con un Ottavio Palladini molto contrariato per l’atteggiamento blando manifestato dai suoi in terra umbra e risollevato dall’attitudine più determinata profusa in Abruzzo. Si tratta di prove ovviamente da prendere con le molle, visto che sono fortemente influenzate da carichi di lavoro, condizioni spesso non ottimali da parte di più di un calciatore, intese da trovare, esperimenti per ipotizzare qualche possibile alternativa in campionato e motivazioni che a volte effettivamente lasciano il tempo che trovano. Ma qualche riscontro è anche ovviamente da considerare, altrimenti queste partite non si giocherebbero affatto.

Qualche perplessità l’ha destata il numero di gol subiti, comunque imputabile a meccanismi ancora da mettere a punto e calciatori, come l’appena arrivato Dalmazzi, ma anche i giovani laterali Vesprini e Tosi, da integrare nell’assetto difensivo. C’è poi una condizione complessiva da far crescere, una “gamba” da sciogliere e aspetti fondamentali per la categoria, quali intensità e aggressività, da trovare col dovuto tempo e la necessaria applicazione. E proprio sulle preventivabili difficoltà, che la Samb incontrerà al suo ritorno nel professionismo, si sono espressi direttori sportivi esperti di questo campionato, con uno specifico focus sul girone B, come l’ex Campobasso Sergio Filipponi e l’ex rossoblù Gianni Rosati, evidenziando i rischi di una pattuglia marcatamente giovane e con qualche lacuna da colmare.

È vero questo e probabilmente un paio di elementi, avvezzi alla categoria, potrebbero far comodo tra centrocampo e attacco (in questo senso saranno importanti i feedback dalle prime due gare ufficiali contro Vis Pesaro e Bra con il calciomercato aperto sino al 1 settembre), ma va anche considerato che quella finora allestita dal direttore sportivo Stefano De Angelis, a braccetto con patron Vittorio Massi e mister Palladini, è una rosa, le cui autentiche potenzialità sono in realtà tutte da scoprire nel corso della stagione e in questo senso il range delle risultanze potrebbe spaziare dal flop alla rivelazione del campionato. Se è innegabile che per far crescere bene i virgulti occorrono elementi, che mastichino la categoria, si può anche vedere il rovescio della medaglia ovvero che, se poi ti imbottisci di calciatori esperti, per una giovane promessa è più difficile farsi spazio.

Ribadiamo che la linea sposata dalla società rossoblù è quella, che, oltre ad allinearsi perfettamente ai dettami della Lega Pro, garantisce sostenibilità nell’immediato e le basi per una possibile crescita in prospettiva sia tecnica che finanziaria. Così quell’ultimo posto nella graduatoria del valore economico delle rose, che un sito specializzato in calciomercato come Transfermarkt ha assegnato alla compagine rossoblù, piazzando in testa Juventus Next Gen, Arezzo, Ascoli e Torres, potrà essere smentito (come d’altronde successo nella scorsa stagione con la Samb valutata quinta dietro L’Aquila, Chieti, Avezzano e Termoli) nei prossimi mesi, quando i valori passeranno dalla carta al campo. D’altronde i nomi dei calciatori acquisiti dalla Serie D (i vari Nouhan Touré, Konaté, Alfieri e Cultraro) erano proprio tra quelli, che, per dirla alla maniera del maestro Rino Tommasi, avevamo segnato sul nostro personale taccuino: hanno infatti tutte le carte in regola per ribadire ed anzi esprimere ancor più in Serie C le indubbie qualità palesate nella categoria inferiore. Teniamo poi conto che questo campionato si giocherà anche sul rispetto di scadenze amministrative con penalizzazioni incombenti sin dall’inizio sui club inadempienti e su questo aspetto la serietà della società rossoblù dovrebbe fornire ampie garanzie. Nel calcio pullulano gli esempi di formazioni, designate alla vigilia delle competizioni come cenerentole, in quanto in realtà poco conosciute, e poi trasformatesi da supposti brutti anatroccoli in cigni. Su tutti vogliamo ricordare i casi del Pescara 1986/87 che, ripescato in Serie B, con un manipolo di giovanotti affiancati da qualche reduce dalla retrocessione (tra cui un certo Gian Piero Gasperini) stupì tutti, centrando una straordinaria promozione in Serie A sotto la guida dell’ineguagliabile Giovanni Galeone e la Danimarca degli Europei 1992, che, ammessa last minute, reclutando calciatori già in vacanza, addirittura li vinse. E quell’impresa fu così commentata dal c.t. danese Nielsen: «Non avevamo i migliori calciatori, ma avevamo la squadra migliore». È quello che auguriamo a Palladini e i suoi alla vigilia dell’avvio ufficiale di questa appassionante stagione.

Alessio Perotti

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