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Non facciamoci la guerra

STADIO, COMUNE E SAMB
SU POSIZIONI DIFFERENTI

È stata spesso al centro di diatribe la questione stadio (il suo affidamento, la sua convenzione, i lavori di messa a norma, il terreno di gioco, la copertura fotovoltaica, ecc.) tra amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto e la gestione societaria della Samb. In altri tempi Gaucci e Fedeli avevano cercato di mettere le mani su stadio e zona circostante per la realizzazione di un sito commerciale e di un centro sportivo con tanto di albergo e foresteria, ma avevano puntualmente trovato il disco rosso loro esposto dagli uffici di Viale De Gasperi.

Ad altri era andata meglio, come ad esempio la gestione Mastellarini che aveva strappato persino una sponsorizzazione comunale, quella di Spina con la possibilità di effettuare la copertura totale con l’installazione dei pannelli fotovoltaici, in un periodo prospero per questo tipo di investimento, o infine quella non certo edificante di Serafino, che aveva ottenuto una convenzione pluriennale in cambio del rifacimento del rettangolo verde, una spesa poi, come sappiamo tutti, mai saldata e che non ha certo prodotto i frutti sperati, viste le condizioni disperate in cui periodicamente versa un manto puntualmente poco erboso. Ed ora riecco aprirsi lo scenario del teatrino, ma vista l’evidente importanza, ancora una volta appena dimostrata, che riscuote un autentico simbolo cittadino come la nostra squadra di calcio, una soluzione che permetta di remare tutti dalla stessa parte va assolutamente trovata.

Se ci sono norme che in altre città sono state applicate per la concessione dell’impianto sportivo per 20/30 anni o almeno i 15 per l’accesso al Credito Sportivo, perché non attribuirli ad una società proposta e supportata dalla stessa amministrazione comunale? Dopo anni, se non decenni di stagnazione cittadina, perché non favorire la visionarietà e lungimiranza di un progetto sportivo, che potrebbe diventare volano economico e sociale per tutta la città e il suo comprensorio?

Troppo spesso la burocrazia e qualche cavillo assolutamente rimuovibile hanno stoppato idee, innovazione e sviluppo: vediamo di non rimanere impantanati nella palude di codicilli, che conducono solo a immobilismo e grigiore. Cerchiamo invece di proseguire lungo la strada della collaborazione, della crescita e dell’unità di intenti, l’unica che può portare lontano, anche perché sia il sindaco che il presidente rossoblù hanno già dimostrato serietà, affidabilità e lungimiranza: perché allora non mettere assieme basi solide per un futuro che potrebbe essere finalmente roseo per tutti, trovando l’iter migliore per gli investimenti richiesti da una necessaria programmazione? Siate realisti, chiedete l’impossibile: il motto che Albert Camus mette in bocca al suo Caligola dovrebbe essere sempre fatto proprio da una costruttiva ed illuminata politica.

Alessio Perotti

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