Fernando del Castillo, 54 anni, nativo di Rosario, è entrato a far parte della grande famiglia della Fi.Fa. Security Unione Rugby San Benedetto da poche settimane tornando in Italia dopo le esperienze a Parma e Jesi, da giocatore ma anche da allenatore. «Sono arrivato a San Benedetto lo scorso 27 agosto – esordisce Del Castillo – grazie alla mia conoscenza con il coach Leandro Lobrauco e a casa del quale sono stato fino a qualche giorno fa in attesa che si liberassero gli appartamenti dopo la stagione estiva. Lo conosco da tanto tempo e ci ho giocato insieme in Nazionale nel rugby a 7. Lui mi ha contattato per dargli una mano e per l’organizzazione della società a livello strutturale».
Quando hai iniziato a giocare a rugby? «Ho iniziato a 6-7 anni nella squadra della mia città, il Rosario, che svolge una funzione di non solo sportiva ma anche sociale. Ho debuttato in Prima Divisione a 19 anni, nel 1990, e lì sono rimasto dodici anni ininterrotti, diversi da Capitano».
La carriera poi continua in Italia. «Sì, a gennaio del 2002 decido di abbandonare l’Argentina per venire a giocare nel Gran Parma, in Serie A, e iniziare la mia carriera professionistica nel vostro Paese. Ho giocato come mediano d’apertura, con diversi compagni di squadra argentini e altri stranieri, ottenendo un bellissimo ottavo posto. La stagione successiva approdo al Rugby Jesi dove sono rimasto due anni disputando il Campionato di Serie B, mantenendo la categoria e ottenendo una storica quinta posizione. Al termine di quella stagione torno nel mio paese».
Nel 2015 Jesi chiama per ricoprire il ruolo di allenatore. «Torno a Jesi con la mia famiglia. La società militava in Serie C e al termine di una splendida stagione riusciamo a centrare la promozione in Serie B. Il 2016 fu l’anno delle scosse di terremoto, una cosa nuova per noi. Lo spavento fu tanto e di concerto con mia moglie tornammo in Argentina dove ho iniziato a lavorare con il South America Rugby (SAR) come responsabile regionale dello sviluppo dello stesso». Dove pensi possa arrivare l’Unione? «Io credo che abbiamo bisogno di tempo per poter crescere e adattarci a una nuova realtà come quella della Serie A. Se avremo pazienza credo che nessun traguardo potrà esserci precluso».
Fonte foto: Unione Rugby San Benedetto