ASCOLI-SAMB 1-0, LA CRONACA DEL DERBY
PALLADINI: «LA SCONFITTA È IMMERITATA»
Erano anni che i tifosi della Samb chiedevano ai presidenti di turno di portarli al Del Duca e in effetti Vittorio Massi c’era sulla carta riuscito, ma le supreme decisioni di chi dovrebbe gestire l’ordine pubblico hanno ulteriormente rimandato questa possibilità, sperando di non dover attendere altri 39 anni. Così lo stadio ascolano era completamente bianconero, anche se i tifosi di casa hanno sottolineato “non c’è derby senza nemici”, e solo sul rettangolo verde i colori bianconeri e rossoblù si sono intrecciati, dando vita ad un match vibrante e sul filo del rasoio fino all’ultimo istante.
Di fatto, per la Samb si è quindi trattato a tutti gli effetti di una trasferta, particolarmente sentita non c’è dubbio e con il veemente sostegno dei propri aficionados ancora nelle orecchie e nel cuore, ma pur sempre tale e per di più al cospetto della seconda forza del campionato, ora ad un solo punto dalla vetta, occupata da un Arezzo, il cui urlo della vittoria a Terni (1-1) è stato strozzato in gola per il gol annullato a Pattarello durante il recupero. Ha schierato la formazione tipo, disegnata col 4-3-3, mister Palladini (sicuramente grande emozione per lui, sambenedettese purosangue), cercando di replicare con i centrocampisti quel pressing alto, con cui nell’ultimo turno il Carpi aveva messo in seria difficoltà le ripartenze dal basso ascolane. Tattica corretta, che aveva di fatto neutralizzato le velleità dei padroni di casa nella prima frazione, salvo le due imbucate letali di Rizzo Pinna (palo) e Milanese (gol decisivo), e sostenuta da una grande combattività degli ospiti, assolutamente alla pari rispetto ad avversari sulla carta più quotati.
Ma quell’orgoglio rossoblù e quell’indomito attaccamento alla maglia, che i tifosi di casa nostra avevano chiesto sia nel corso della rifinitura che alla partenza dell’autobus, si sono manifestati a chiare lettere in particolare nel corso di una ripresa, in cui la Samb ha avuto più di una chance, anche clamorose, per riequilibrare il match (a fronte di un’unica occasione ascolana con la traversa di Silipo), ma soprattutto, costretta in 10 praticamente per l’intero secondo tempo, con un 4-4-1 (Nouhan Touré e Konaté esterni di centrocampo) ha comunque tenuto costantemente in ansia la migliore retroguardia di tutta la Serie C. Meritano quindi un grande tributo da parte della tifoseria rossoblù questi coriacei ragazzi per una prova maiuscola, ma sfortunata, che ha ricordato quella di due turni fa, coincisa con un’analoga sconfitta per 1-0 contro un’altra big come il Ravenna.
Ha giocato a testa alta ed anzi a tratti si è rivelata superiore per organizzazione di gioco e aggressività la Samb di fronte a due formazioni, quali Ascoli e Ravenna, che presumibilmente lotteranno assieme all’Arezzo per la Serie B e questo è confortante in ottica futura. A dimostrazione anche che, se questa squadra combatte su ogni pallone con lo spirito giusto e si propone costantemente con intensità e coraggio davvero, non ha nulla da invidiare a tutte le altre, mentre un atteggiamento supponente e senza nerbo come quello mostrato a Livorno potrebbe relegarla tra le compagini a rischio. Quindi che queste 3 sconfitte consecutive (dopo le 3 vittorie di fila) servano almeno da lezione in tal senso, senza fare inutili drammi, ma d’ora in poi aggredendo senza limiti e senza sosta qualsiasi avversario con maggiore cattiveria soprattutto in zona gol, anche perché il Riviera, che ospiterà in una settimana il derby di Coppa e un Guidonia pericoloso in trasferta, deve tornare ad essere quel fortino, dove costruire necessariamente la permanenza in Serie C.
Alessio Perotti


