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Una prova d’orgoglio: il commento di Alessio Perotti dopo Albinoleffe-Samb

Trent’anni dopo la Samb è tornata a Bergamo e ottiene il sesto pareggio in trasferta della stagione: a rovinare un tantino questo finale di stagione ci s’è messa l’italianissima Covisoc…

Ha rimesso piede la Samb nello stadio orobico esattamente 30 anni dopo l'ultima volta, quando la squadra allora allenata dal “messicano” Domenghini in Serie B perse 4-1 contro l’Atalanta di Mondonico, che poi sarebbe stata promossa in A e addirittura avrebbe stupito l’Europa. E dallo spirito cadetto Pezzotti e compagni hanno mutuato quell’orgoglio, che ha permesso loro di affrontare senza timori una diretta concorrente quale l’Albinoleffe, sopperendo con abnegazione e concentrazione all’assenza dell’intera colonna vertebrale Mori-Bacinovic-Mancuso, quest’ultimo in particolare costretto al primo forfait. Difficile chiedere di più alla formazione di Sanderra, per la prima volta in bianco col nuovo tecnico (senza Mancuso che fatica davanti) ma anche per la prima volta con la rete inviolata nelle trasferte gestite dal tecnico ex Latina. Arriva così un più che accettabile pari, il sesto in trasferta, emblematico della dignitosa stagione rossoblu in quella Lega Pro riconquistata con grandi festeggiamenti esattamente un anno fa dopo un settennato di saliscendi. E una festa, altro che mugugni e fischi, meriterebbe anche questa squadra, partita, ricordiamocelo bene, nello scetticismo generale di inizio stagione. Certo nel corso di questo campionato troppi punti sono stati lasciati per strada contro formazioni di basso livello, come avvenuto di recente col misero punticino racimolato contro Teramo e Lumezzane, entrambe sconfitte in questo turno, ma d’altro canto la Samb ha giocato spesso alla pari al cospetto di compagini di rango. A rovinare un tantino questo finale di stagione ci s’è messa la storia del deferimento da parte di una Covisoc, italianamente troppo permissiva a volte ed eccessivamente pignola in altre: sarebbe davvero un evidente squilibrio il punto di penalizzazione che potrebbe essere comminato alla società rossoblu, che paga puntualmente i suoi tesserati, se paragonato ai due, massimo tre generalmente inflitti a sodalizi del tutto inottemperanti. Ma una società solida e forte sa superare anche questi inopinati intralci e guardare con fiducia al futuro. Che attualmente propone un altro amarcord di cadetteria a Modena: chi non ricorda il pesce fritto distribuito nel 1987 di fronte al Braglia e quel memorabile 4-0?

Alessio Perott

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