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Samb, Walter Zenga: «L’esperienza più importante da giovane. Al Ballarin ho vissuto l’Heysel italiano»

Fonte foto: profilo Instagram Walter Zenga

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Dal Savona alla Nazionale, passando per l’Inter e la Samb. Walter Zenga si è concesso in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport (nell’edizione odierna della Rosea e sul sito www.gazzetta.it) e in diversi passaggi ha ripercorso l’esperienza vissuta in rossoblù tra il 1980 e il 1982.

«Quella con la Samb è stata l’esperienza più importante da giovane, perché lì ho avuto Nedo Sonetti, l’allenatore che mi ha svezzato, e perché ho vissuto l’Heysel italiano – le parole di Zenga alla Gazzetta -. È il 7 giugno 1981, Samb-Matera, la partita della nostra promozione in Serie B, allo stadio Fratelli Ballarin di San Benedetto del Tronto. C’è una foto in cui sono girato verso la nostra curva, che sta prendendo fuoco. Nel rogo muoiono due ragazze e ci sono tanti ustionati gravi, ma noi non lo sappiamo e giochiamo lo stesso, tra le sirene dell’ambulanze e il lavoro dei pompieri. Pazzesco, però le comunicazioni sono lente, le notizie imprecise. Almeno non festeggiamo, perché qualcosa si viene a sapere».

Rapporto particolare quello con Nedo Sonetti, con un episodio esemplare che viene rivangato dall’Uomo Ragno. «Settembre 1981, prima giornata di Serie B, Samb-Lazio. Il giovedì, come sempre, la mia fidanzata viene da Milano e come sempre starà da me fino alla domenica. Il giovedì Sonetti mi fa: ‘Walter, la tua ragazza oggi non arriva, vero? Abbiamo una partita troppo importante’. Io: ‘Ma no, mister, si figuri’. Lei era già sul treno. Sonetti però fiuta qualcosa e la sera si presenta in ispezione nella palazzina in cui abito, dietro la tribuna dello stadio. Io nascondo lei sul terrazzino di un ufficio, assieme alla sua valigia’. Sonetti, un toscanaccio, entra in casa e mi fa: ‘Dai retta a me, Walter. Ci sono due cose su cui non mi freghi, il calcio e le donne e qui c’è odore di donna’. Ne abbiamo riso per anni. Sonetti è stato un grande allenatore, alla Samb facevamo cose che oggi vengono spacciate per nuove, tipo buttar fuori la palla avanti in attacco, per pressare gli avversari sulla rimessa. Sonetti è stato un futurista: mi stupisce che non abbia mai allenato un grande club».

QUI l’intervista integrale della Gazzetta
Fonte foto: profilo Instagram Walter Zenga

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