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Livorno-Samb 2-1, IL COMMENTO: Preoccupante passo indietro

LIVORNO-SAMB 2-1, LA CRONACA
MANCINELLI: «NON È STATA LA SOLITA SAMB,
MA LA TESTA NON ERA ALL’ASCOLI»

Aveva segnato un solo gol, con cui aveva vinto all’esordio contro la Ternana, finora all’Ardenza un Livorno reduce da due sconfitte consecutive e con la propria tifoseria in veemente contestazione in particolare verso il presidente Esciua. Invece contro una Samb, che è parsa col freno a mano tirato nonostante i più di 400 tifosi al seguito in una trasferta dalla lunga distanza, i labronici hanno capitalizzato le disattenzioni difensive rossoblù (grave in particolare quella di reparto sul vantaggio di Cioffi), stringendosi attorno al giovane mister Formisano (un anno meno di Eusepi), che così ha salvato la sua panchina.

Perde malamente l’imbattibilità esterna la formazione di Palladini, nuovamente sostituito in terra toscana, come già avvenuto a Piancastagnaio, da Mancinelli per via del turno di squalifica, subendo per la prima volta più di un gol lontano dal Riviera e incappando nella doppia sconfitta consecutiva dopo quella casalinga contro il Ravenna. Non è bastato a metà ripresa virare al 4-2-3-1 col ritorno in campo di Martins e con Nouhan Touré, al primo gol in campionato nel finale, a supporto di Eusepi per rinvigorire un fronte offensivo apparso per lunghi tratti alquanto spento. Fa davvero male questa quarta battuta d’arresto sulle 10 partite disputate, ancora una volta arrivata con un risultato di misura e che pone anche qualche interrogativo. Infatti, oltre alle abituali amnesie in retroguardia che stanno costando punti pesanti, nel contesto del 4-3-3 va focalizzata una problematica tattica relativa agli esterni offensivi, visto che si dispone di tre attaccanti centrali (Eusepi, Sbaffo, Iaiunese), mentre l’unica vera alternativa ai titolari Konaté e Nouhan Touré (oggi per la prima volta partito dalla panchina) è il giovane Martins, che necessita però tuttora di una fase di ambientamento, come dimostrato anche dallo spezzone disputato nella ripresa.

Non sono infatti da ritenersi adeguati al ruolo né Battista, che in Serie C non ha la rapidità necessaria per ricoprirlo, ma più plausibilmente potrebbe essere impiegato come quarto nel versante sinistro in un centrocampo a 4, né Scafetta, che pur veloce è, ma non dispone dell’incisività richiesta, ed anche lui potrebbe rivelarsi più efficace come esterno di centrocampo a destra, né Marranzino, più mezzala che esterno, posizione in cui al Picchi certamente non ha brillato. Lacuna che quindi, se si proseguirà ad adottare questo layout di base, andrebbe colmata, pianificando un innesto nel prossimo mercato di gennaio.

Intanto però siamo ancora in un ottobre insolitamente caldo in terra toscana e che sarà ora ulteriormente surriscaldato dal ritorno del leggendario derby, anzi due, prima di campionato ad Ascoli, poi di Coppa Italia a San Benedetto. Ci sono voluti quasi 40 anni d’attesa per rivedere assieme i colori rossoblù e bianconeri, ma solo in campo e non purtroppo sugli spalti, dove i derby risulteranno di conseguenza monchi. Saranno comunque due appuntamenti da brividi (siamo pure in tempi di Halloween..) e con la storia tutti da vivere, come ormai da qualche anno si dice, in presenza o a distanza.

Alessio Perotti

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